Blog e stampa clandestina: interrogazione preventiva
Un paio di settimane fa aveva destato un certo scalpore in rete la notizia dello storico siciliano, Carlo Ruta, condannato pe stampa clandestina per via del suo blog.
Una storia che una certa indignazione la suscita: quando il diritto si allontana dal buon senso produce mostri e che un blog sia qualcosa di diverso da ciò che nel 1948 (eh si, la legge sulla stampa porta data 1948) si intendeva punire con il reato di "stampa clandestina" è di agevole intinuizione.
Tuttavia non si può commentare una sentenza senza conoscerne le motivazioni: anche questo rientra nel regno del "buon senso".
Ciò detto, se è vero che le motivazioni della sentenza ancora non ci sono, già esiste un'interrogazione parlamentare (che potete leggere di seguito) presentata dal sen. Vincenzo Vita in cui si chiede al Ministro della Giustizia di "promuovere i dovuti accertamenti sulle reali motivazioni che hanno ispirato la sentenza di condanna nei riguardi del dott. Carlo Ruta."
Insomma predìca Alfano le motivazioni reali, perchè tanto quelle in sentenza di sicuro non lo saranno (?!?!?).
Al Ministro della Giustizia,
Premesso che,lo scorso 8 maggio 2008, con sentenza della sezione penale del Tribunaledi Modica, lo storico siciliano Carlo Ruta è stato condannato per reatodi “stampa clandestina”, a seguito della pubblicazione di numerosi documenti storici e a sfondo sociale sul sito www.accadeinsicilia.net,che aveva, prima della sua chiusura, caratteristiche di un vero eproprio blog;
il processo a carico dello storico Carlo Ruta era stato avviato, pressoil tribunale di Modica, dietro denuncia presentata in data 10 dicembre2004, dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ragusa. Intale denuncia, il magistrato asseriva che: “il sitowww-accadeinsicilia.net risulta immesso e mantenuto in rete in paleseviolazione e contrasto con la normativa vigente, ai sensi dell’articolo1 della legge 7 marzo 2001”. Veniva precisato, altresì che: “Non puònutrirsi dubbio alcuno … che il sito in questione, per lecaratteristiche di periodicità delle pubblicazioni ivi contenute e per il carattere prevalentemente informativo che lo connota, sia daritenersi per intero assoggettato alla vigente legge sull’editoria e,come tale, allo stato di fatto, contrastante con le norme di cui allalegge 8 febbraio 1998 n. 47”;
la Polizia postale di Catania, tuttavia, incaricata dal Tribunale di Modica di effettuare accertamenti sul suddetto sito internet, con proprio rapporto aveva comprovato la non regolare periodicità degli aggiornamenti tematici;
rilevato che lo storico Carlo Ruta, attraverso il predetto sito, ha pubblicato vari libri d’inchiesta e ha passato al vaglio e documentato fatti storici di indubbia rilevanza, come quello di Portella della Ginestra, svariati temi scottanti e casi giudiziari rimasti insoluti nelnostro paese;
una delle investigazioni trattate dallo storico Carlo Ruta ha contribuito a riportare all’evidenza pubblica il caso del giornalistasiciliano de “L’Ora” Giovanni Spampinato, ucciso a Ragusa nel 1972, a seguito della pubblicazione di documenti giudiziari rimasti inaccessibili all’informazione per circa trent’anni i medesimi documenti sono oggi consultabili sul sito internet www.leinchieste.com;
considerato che tale sentenza, unica in Italia e in tutta Europa, sta creando allarme nell’opinione pubblica nazionale e in particolare nel mondo della comunicazione, per gli effetti devastanti che potrà averesul terreno dei diritti di critica e delle libertà riconosciute nel nostro paese;
secondo la logica sottostante il dispositivo della sentenza, la quasi totalità dei siti web italiani, per il solo fatto di esistere, potrebbero essere considerati fuorilegge, in quanto appunto “stampa clandestina”, e ciò in contrasto con le regole della democrazia;
nel nostro paese la libertà di espressione è garantita dalla Carta Costituzionale e che la libertà sul web è inscindibile dalle libertà edai diritti che sono propri di un paese democratico;
con la suddetta sentenza, per la prima volta è stato varcato un limite, che non può lasciare indifferenti le istituzioni democratiche del nostro paese.
Si chiede di sapere dal Ministro quali iniziative intenda assumere alfine di promuovere i dovuti accertamenti sulle reali motivazioni chehanno ispirato la sentenza di condanna nei riguardi del dott. CarloRuta.
Massimo Canevacci insegna Antropologia Culturale alla facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università "La Sapienza" di Roma. O, forse, sarebbe meglio dire, insegnava, giacchè dal prossimo anno accademico il suo esame sarà soppresso: cambio di strategia dell'Università, riordino dei programmi, insomma, comunque lo si voglia dire quella cattedra sparirà.
Il Prof. Canevacci ha scritto sul punto una bella lettera che trovate qui. Anche se non siete tra gli studenti della facoltà e anche se dell'Università in genere non vi importa molto, prendetevi due minuti per leggerla: ne vale davvero la pena.
p.s.: purtroppo non è l'unico taglio, ma di questo ne riparleremo. Nel frattempo scrivo una lettera anche io :-)
La norma (in bozza) era circolata in rete qualche giorno fa. Ora è in Gazzetta ufficiale.
DECRETO-LEGGE 25 giugno 2008, n. 112 (in G.U. n. 147 del 25 giugno 2008 - Suppl. Ord. n. 152; in vigore dal 25 giugno 2008) - Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
Art. 27. Taglia-carta
1. Al fine di ridurre l'utilizzo della carta, dal 1° gennaio 2009, le amministrazioni pubbliche riducono del 50% rispetto a quella dell'anno 2007, la spesa per la stampa delle relazioni e di ogni altra pubblicazione prevista da leggi e regolamenti e distribuita gratuitamente od inviata ad altre amministrazioni. 2. Al fine di ridurre i costi di produzione e distribuzione, a decorrere dal 1° gennaio 2009, la diffusione della Gazzetta Ufficiale a tutti i soggetti in possesso di un abbonamento a carico di amministrazioni o enti pubblici o locali è sostituita dall'abbonamento telematico. Il costo degli abbonamenti è conseguentemente rideterminato entro 60 giorni dalla data di conversione del presente decreto-legge.
Il film ha qualche anno (è del 2000) ma io non l'avevo mai visto. Capita. Ci sono film che appena vedi il trailer pensi "questo lo vado a vedere appena esce", poi passano i giorni, le settimane e te ne dimentichi. Con Memento è andata esattamente così. Strana coincidenza per un film che parla della perdita di memoria.
Poi un paio di mesi fa mi è apparso davanti, mentre mi aggiravo in uno dei tanti multimedia store. Prezzo decisamente contenuto (€ 9,90), una confezione bellissima, in metallo, due DVD (il film "normale" e la versione "cronologica" - se avete visto il film potete immagnare di cosa stia parlando - più extra vari), insomma era arrivato il momento di vederlo.
Il film è incredibilmente magnetico e snervante. Un continuo andare avanti e tornare indietro, con un Guy Pearce superbo nel ruolo dello smemorato, ossessionato dalla ricerca del killer che ha violentato e ucciso sua moglie.
Se non lo avete visto, merita di esserlo.
p.s.: impegni di lavoro mi hanno tenuto lontano da Olivennes. Speriamo che la Divina Provvidenza tenga lontano Olivennes (e le sue idee) da tutti noi!
My favourite artist of the week on Jamendo: Perfect Smile
Come gli ARAI, anche i Perfect Smile sono spagnoli e cantano in lingua madre, ma a differenza dei primi suonano un genere difficilmente catalogabile. La base è quella del progressive rock, su cui si innestano variazioni jazz e pop.
Per certi versi mi ricordano i System of a Down. Ho trovato bellissima "Petalos de Rosa", con un finale quasi "sambato".
Insomma, Sonrie è un album da tenere nel prorio lettore mp3.
Non ho neppure fatto in tempo a sperare nel buon senso come valido avversario del lavoro della commissione Olivennes che, come mi segnala Dok, viene fuori la notizia del convegno organizzato dall'Associazione Italiana Editori che avrà come ospite d'onore proprio Olivennes, il quale evidentemente è diventato una sorta di braveheart dei guerrieri del copyright, l'uomo che ha osato mettere nero su bianco ciò che per i nostri combattenti era solo un pruriginoso pensiero inconfessabile.
Impegni di lavoro permettendo cercherò di esserci e di riprendere l'intervento di Olivennes... vuoi mettere immortalare un pezzo di storia?
Tuttavia a questo punto voglio confessarvi anche il mio pensiero proibito... vorrei tanto alzarmi in piedi durante il suo intervento e fantozzianamente gridare: "LA PROPROSTA OLIVENNES E' UNA CAGATA PAZZESCA!!!" :-)
Una decina di giorni fa al Caffè Letterario di via Ostiense (Roma) è stato presentato il libro di Max Giovagnoli "All'immobilità qualcosa sfugge" (titolo incredibilmente bello). Per l'occasione la mia amica Grazia Torsiello, che cura il progetto della Link Campus - University of Malta su Second Life, ha realizzato un filmato molto carino che mi fa piacere riproporre qui.
Fino ad oggi avevo sperato che il progetto elaborato dalla Commissione Olivennes, restasse confinato in qualche cassetto ministeriale, che venisse tirato fuori solo in occasione di convegni (tanto per accendere un pò la platea) o di lezioni universitarie (tanto per raccontare agli studenti di una proposta stravagante che voleva tagliare la connessione ai loro padri perchè i figli si scambiavano canzoni di Britney Spears).
Poi oggi si diffonde in rete la notizia del progetto di legge francese di iniziativa governativa che fa propri i risultati della commissione olivennes e prepara la strada affinchè una scellerata idea liberticida diventi legge nel cuore dell'Europa.
Non credo valga la pena commentare il merito del provvedimento proposto. Non c'è merito.
Dalla Bozza di Decreto-Legge del Consiglio dei Ministri del 18.6.2008:
(Eliminazione sprechi relativi al mantenimento di documenti in cartaceo) 1. Al fine di ridurre l’utilizzo della carta, dal 1° gennaio 2009, la amministrazioni pubbliche riducono del 50% rispetto a quella dell’anno 2007, la spesa per la stampa delle relazioni e di ogni altra pubblicazione prevista da leggi e regolamenti e distribuita gratuitamente od inviata ad altre amministrazioni. 2. Al fine di ridurre i costi di produzione e distribuzione, a decorrere dal 1° gennaio 2009, la diffusione della Gazzetta Ufficiale a tutti i soggetti in possesso di un abbonamento a carico di organi costituzionali di amministrazioni o enti pubblici o locali è sostituita dall’abbonamento telematico. Il costo degli abbonamenti è conseguentemente rideterminato entro 60 gg. dalla conversione del presente decreto legge.
Gli Slim sono una band statunitense le cui influenze più evidenti, a mio avviso, sono i Counting Crows, Tom Petty e John Mellencamp.
Ascoltando il loro "Interstate Medicine" ho subito pensato che fosse un album perfetto da ascoltare in auto, mentre si macinano i chilometri, possibilmente con la strada sgombra e il sole poco sopra l'orizzonte (fate voi se per scendere o salire).
Come al solito lo lascio una settimana nel player qui accanto.
Finalmente un concorso da "amministrazione digitale"!
Qualche tempo fa mi lamentavo del fatto che, nonostante le previsioni del Codice dell'Amministrazione Digitale, la partecipazione ai concorsi pubblici fosse demandata interamente alla cara e vecchia raccomandata (in alcuni casi con decine di fogli fotocopiati/autocertificati da allegare).
E', dunque, con grande sorpresa (e una certa soddisfazione) che ho appreso che il Ministero dell'Interno ha bandito due concorsi la cui domanda può essere inviata soltanto in digitale, compilando il form disponibile su un portale dedicato
La modalità è piuttosto semplice ed elimina per il cittadino il costo della raccomandata (nonchè per l'Amministrazione il più ingente costo della gestione del relativo cartaceo): si compilano i campi e si invia il tutto tramite Internet. Viene poi generato un .pdf da stampare con codice a barre che dovrà essere presentato il giorno del concorso quale titolo per l'ammissione.
Un passo avanti verso quell'addio alla carta entro diciotto mesi, promesso dal Ministro Brunetta.
p.s.: due aspetti da migliorare:
1) Mi pare che i dati siano trasferiti in "chiaro": se così è, questo problema va prontamente risolto.
2) Compilato il form, la pagina con il risultato della procedura continua a riportare i campi compilati, generando incertezza nell'utente circa la correttezza dell'operazione appena compiuta.
Leggo sul Corriere.it a proposito delle consulenze nella P.A.:
"Spesso le consulenze sono inevitabili, come quella che il ministero dell'Economia aveva affidato allo studio legale Chiomenti per la privatizzazione dell'Alitalia: 450 mila euro."
Proprio non capisco cosa ci fosse di "inevitabile"... al contrario mi piacerebbe vivere in un paese in cui i dirigenti che hanno avallato quel contratto fossero chiamati a rispondere per danno erariale.
In tutta sincerità, solo questo troverei "inevitabile".
Computerlaw è il progetto di Informatica e Diritto che porto avanti da poco più di tre anni con alcuni colleghi avvocati (più amici che colleghi avvocati, per dirla tutta!). Da qualche tempo il sito giaceva abbandonato, così ho approfittato della piattaforma di blogging, wordpress, per realizzarne una nuova versione e cercare di rianimarlo un pò. Magari buttateci uno sguardo.
Per chi ama l'heavy metal (Iron Maiden, Anthrax, Megadeth, Helloween ecc.) Sociedad Enferma degli ARAI (gruppo iberico che canta rigorosamente in spagnolo) è un'autentica caccia alla citazione.
I cinque pezzi risultano così tanto influenzati dai mostri sacri del metal che, ascoltandoli, ci si aspetta da un momento all'altro di sentir partire questo o quel riff di brani che hanno fatto la storia del genere heavy.
Ad esempio il cantato delle strofe della title track "Societad Enferma" ricorda assai da vicino Hangar 18 dei Megadeth.
Gli Iron Maiden emergono in quasi ogni riff e in qualche cambio di ritmo.
Forse peccherà un pò di originalità, ma l'album è decisamente godibile e ben suonato.
Come al solito lo trovate nel player qui accanto ;-)
Molte delle vicende giudiziarie più stravaganti in materia di copyright hanno a che fare con l'idea del "controllo totale" sull'opera da parte dell'autore o del titolare dei diritti.
Sono controversie che, prima facie, non avrebbero alcuna ragione per essere intentate, essendo prive di qualsivoglia fondamento, ma che, al contrario, sono puntualmente portate avanti con una finalità mediatica ben precisa: non importa cosa dica la legge, non importa quello che la legge ti consente di fare senza il mio permesso, io (autore o titolare dei diritti) pretendo che tu mi chieda il permesso per ogni e qualsivoglia uso della mia opera, fossero anche 15 parole.
Capita allora che una Corte del distretto di New York sia stata chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di un provvedimento di urgenza volto ad impedire l'ulteriore distribuzione (e il ritiro dal commercio delle copie esistenti) del film "Expelled: no intelligence allowed", a causa della presenza (non previamente autorizzata) di 15 secondi del celeberrimo brano "Imagine" di John Lennon.
15 secondi... solo il tempo di sentire "nothing to kill or die for, and no religion too", esattamente la parte incriminata.
La richiesta è stata rigettata. Verrebbe da aggiungere, ovviamente.
Tuttavia una considerazione si impone. Tanti invocano l'inserimento nella nostra legge sul diritto d'autore di una disposizione simile a quella prevista nell'ordinamento americano, tradizionalmente identificata con l'espressione fair use (17 U.S.C. § 107). La invocano considerandola una barriera contro assurde pretese da parte dei titolari dei diritti. La cronaca giudiziaria di quel paese insegna che nessuna fair use clause è in grado di impedire l'instaurazione di controversie pretestuose, soprattutto quando chi agisce in giudizio dispone di notevoli risorse economiche.
Il 20 maggio u.s., sul New York Times è stato pubblicato un articolo di Lawrence Lessig sul tema delle opere orfane, ovverosia quelle opere su cui ancora insistono i diritti di utilizzazione economica ma i cui titolari non è dato o è particolarmente difficile rintracciare.
L'articolo trae spunto da una proposta di legge, attualmente in discussione davanti al congresso americano, volta a consentire l'uso di tali opere da parte di terzi, sollevando contestualmente questi ultimi da possibili rivendicazioni dei titolari dei diritti qualora gli stessi dovessero palesarsi in un secondo momento, dopo che una "dilgente ricerca" volta a rintracciarli abbia dato esito negativo.
Lessig nel suo articolo si esprime in termini assai critici: giudica la legge in discussione un inutile aggravio burocratico, con scarso ritorno per la libertà di fruizione delle opere.
Il senso del discorso dello studioso americano potrebbe essere sintetizzato nell'espressione di senso comune "non si cura una polmonite, con l'aspirina". In altri termini, il problema delle opere orfane si produce a causa dell'eccessiva durata della tutela autorale e del fatto che, nell'ordinamento statunitense (nel nostro la cosa non è mai esistita) a partite dal 1978 è stata eliminata ogni forma di registrazione delle opere da cui far discendere la protezione giuridica.
Negli USA si è, cioè, passati da quello che Lessig definisce un sistema di "opt-in" ad un sistema di "opt-out".
Il problema, allora, è che una grande quantità di opere perde totalmente il proprio valore commerciale assai prima dello spirare della tutela accordata loro dalla legge. Se il termine fosse più breve esse potrebbero andare ad arricchire da subito il mondo del pubblico dominio, conoscendo, se del caso, una seconda giovinezza. Se il termine fosse più breve, o sottoposto a formalità costitutive, il problema delle opere orfane non esisterebbe o esisterebbe in forma assai ridotta.
Ne beneficerebbe la collettività, in termini di materiale liberamente fruibile, e ne beneficerebbe altresì l'economia, giacchè opere senza mercato, potrebbero averne uno nuovo. Come dimenticare, infatti, che i cartoons più belli della Walt Disney sono basati su fiabe cadute nel pubblico dominio e, dunque, per le quali nulla si è dovuto corrispondere, a titolo di diritti di utilizzazione economica, in sede di adattamento cinematografico?
Il pubblico dominio ha un valore non solo etico/sociale, ma altresì economico: peccato dimenticarsene, tenendo gli occhi incollati sulla punta delle proprie scarpe.