martedì, maggio 13, 2008

No more (useless) paper...

Il neo Ministro all'Innovazione e alla Funzione Pubblica, Renato Brunetta, fa sapere alla nazione che la carta (sottointendendo, evidentemente, quella burocraticamente "inutile") sparirà nel giro di 18 mesi.

Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, il mio amico Andrea Lisi, aveva organizzato a Lecce il Primo Forum Nazionale sulla Dematerializzazione, usando come slogan dell'evento "No More Paper" (cui io mi ero permesso di aggiungere, tra parentesi, uno "useless"... terrorizzato dall'idea di perdere il profumo inconfondibile della carta stampata!) .

L'auspicio di Brunetta è senza dubbio condivisibile. Tuttavia, credo che sarà più facile far sparire la carta che la "cultura della carta", ovverosia quell'attaccamento ad un supporto materiale cui siamo da sempre abituati ed in cui riponiamo le nostre certezze giuridiche e non.

Abbandonare la carta non significa solo sostituire un certo numero di bit ad un certo numero di atomi: significa, altresì, modificare tutti i comportamenti a ciò consequenziali, in primis quelli legati alla conservazione della documentazione.

Significa divenire familiari con nuove figure, come quelle dei responsabili della conservazione (i nuovi amanuensi dell'era digitale, come amo definirli io), ai quali sarà affidato il compito fondamentale di preservare l'integrità del dato digitale (e, dunque la memoria di quanto attraverso esso rappresentato), così agile e allo stesso tempo, così drammaticamente volatile.

Insomma, forse si può far sparire la carta in diciotto mesi... per la cultura della carta prevedo tempi più lunghi.

P.s.: in piena vigenza del Codice dell'Amministrazione Digitale, pur essendo dotato di una casella di Posta Elettronica Certificata e della mia smart card per la firma digitale, non c'è un concorso pubblico a cui possa partecipare avvalendomi di simili strumenti. Devo diligentemente scaricare il modulo, compilarlo a mano, sottoscriverlo, recarmi al più vicino ufficio postale e inviare il tutto con raccomandata A/R.
Lo scorso autunno per spedire la documentazione relativa ad un concorso universitario, ho speso un'intera mattinata a fare fotocopie... senza inventarsi cose strane, mi basterebbe vedere rispettati dall'Amministrazione i miei diritti di cittadino digitale.

"I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le Pubbliche Amministrazioni e con i gestori di pubblici servizi statali nei limiti di quanto previsto nel presente codice" Art. 3, comma 1, Codice dell'Amministrazione Digitale

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3 Commenti:

Alle 3:21 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Eh, già... un sogno che diventa realtà... ma sarà vero? Pensa che il prof. Biader con cui ho dato l'esame di informatica, odiava la carta e auspicava sempre l'ufficio paperless! Resta da vedere, come sempre, se dalle parole si passa ai fatti... vedremo!

 
Alle 9:56 PM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Non credo che sparirà la carta dagli uffici... con tutta la buona volontà di brunetta, non c'è norma di legge che possa cambiare un approccio culturale di secoli.

E poi si immagina un paese che abbia una familiarità con gli strumenti informatici che, a mio avviso, non esiste!

Naturalmente spero di sbagliarmi...

 
Alle 2:15 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con te. Per una rivoluzione digitale del genere c'è bisogno di un'evoluzione tecnologica e una trasformazione culturale che, temo, non potrà affatto realizzarsi entro 18 mesi.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnologico, per chi fosse interessato, sono disponibili online gli ultimi dati nielsen (pubblicati il 7 maggio)
http://www.nielsen-netratings.com/pr/pr_080507_IT.pdf

 

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