sabato, giugno 07, 2008

Nothing to kill or die for (and no religion too)

Molte delle vicende giudiziarie più stravaganti in materia di copyright hanno a che fare con l'idea del "controllo totale" sull'opera da parte dell'autore o del titolare dei diritti.

Sono controversie che, prima facie, non avrebbero alcuna ragione per essere intentate, essendo prive di qualsivoglia fondamento, ma che, al contrario, sono puntualmente portate avanti con una finalità mediatica ben precisa: non importa cosa dica la legge, non importa quello che la legge ti consente di fare senza il mio permesso, io (autore o titolare dei diritti) pretendo che tu mi chieda il permesso per ogni e qualsivoglia uso della mia opera, fossero anche 15 parole.

Capita allora che una Corte del distretto di New York sia stata chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di un provvedimento di urgenza volto ad impedire l'ulteriore distribuzione (e il ritiro dal commercio delle copie esistenti) del film "Expelled: no intelligence allowed", a causa della presenza (non previamente autorizzata) di 15 secondi del celeberrimo brano "Imagine" di John Lennon.

15 secondi... solo il tempo di sentire "nothing to kill or die for, and no religion too", esattamente la parte incriminata.

La richiesta è stata rigettata. Verrebbe da aggiungere, ovviamente.

Tuttavia una considerazione si impone. Tanti invocano l'inserimento nella nostra legge sul diritto d'autore di una disposizione simile a quella prevista nell'ordinamento americano, tradizionalmente identificata con l'espressione fair use (17 U.S.C. § 107). La invocano considerandola una barriera contro assurde pretese da parte dei titolari dei diritti. La cronaca giudiziaria di quel paese insegna che nessuna fair use clause è in grado di impedire l'instaurazione di controversie pretestuose, soprattutto quando chi agisce in giudizio dispone di notevoli risorse economiche.

Etichette: , ,

2 Commenti:

Alle 7:16 PM , Blogger herr doktor ha detto...

e, tra l'altro, specie negli USA le cause possono essere molto costose anche per chi ha ragione (e mi risulta che non esista un principio sacrosanto - che esiste invece in Italia - secondo il quale le spese seguono la soccombenza, ossia chi ha torto paga le spese anche dell'altro)

 
Alle 7:18 PM , Blogger herr doktor ha detto...

più in generale il problema è quello di una tendenza all' "assolutizzazione" del diritto d'autore che, da diritto eccezionale (nel senso di eccezione temporanea al diritto di ciascuno di usufruire delle opere d'arte) diventa norma generale e tendenzialmente eterno ...
buon w.e.
--
hd

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page

Powered by Blogger

Iscriviti a
Post [Atom]