Ops... He did it again!
Non c'è niente da fare, diavolo di un Brunetta, l'ha fatto di nuovo.
Non curandosi delle sanzioni penali e amministrative, spezzando le catene del copyright, Brunetta ha deciso di porsi quale vero simbolo della libera condivisione dei contenuti in rete.
Propongo agli amici dell'associazione
Parito Pirata di consegnare subito la tessera di socio onorario al Ministro.
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Pec day: il ritiro... non di sabato però
Finalmente ce l'ho fatta... ho tutto quello che mi serve per recarmi all'ufficio postale e attivare la mia cec-pac!
Per non intralciare la mia attività lavorativa quotidiana ho pensato di andarci sabato, perchè io mi ricordo benissimo che
nel disciplinare di gara c'era scritto:
"L'erogazione dei servizi avviene attraverso le infrastrutture messe a disposizione dal concessionario e finalizzate alla richiesta, l'attivazione, la cancellazione, l'utilizzo ed il supporto all'utilizzo dei servizi. Le infrastrutture sono:
1. il Portale WEB accessibile e fruibile da dispositivi mobili, quali PDA e smart phone;
2. il Call Center accessibile attraverso un numero verde per telefonia sia fissa, sia mobile;
3. la Rete degli sportelli fisici in grado di assicurare un punto di accesso in almeno l'80% dei comuni italiani con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti, con orario di apertura al pubblico, dal lunedì al sabato, 9.00-13.00."
Peccato che collegandomi al sito
www.postacertificata.gov.it e ricercando l'ufficio postale più vicino alla mia abitazione ho scoperto che così non è: il sabato gli uffici a cui io dovrei recarmi sono TUTTI chiusi... ma come la gara non prevedeva che il concessionario dovesse avere una rete di sportelli fisici aperti anche il sabato dalle 9:00 alle 13:00?
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Pec day: il mio blog funiziona meglio del call center
Questa mattina avevo lanciato l'invocazione di aiuto. Erano tre giorni che ero rimasto vittima di una procedura di registrazione non andata a buone fine.
Ora ricevo questa email (la riporto in calce)... la cosa buffa è che io ricordo benissimo di non aver completato la registrazione: mah! misteri italiani!
Gentile Marco Scialdone, La ringraziamo per essersi registrato al servizio di Postacertificat@. La sua userid per accedere al sistema e' marco.scialdone@postacertificata.gov.it ed il Codice cliente a lei assegnato e' XXXXXX. Puo' accedere al portale utilizzando la userid ricevuta e la password che ha inserito in fase di registrazione per visualizzare i suoi dati di registrazione. La attendiamo per completare l'attivazione del servizio presso gli uffici postali abilitati a lei piu' comodi che puo' cercare sul portale www.postacertificata.gov.it. Cordiali Saluti, Servizio Postacertificat@ Informazione: La casella da cui e' stata inviata la presente non e' adibita alla ricezione di messaggi. Si invita pertanto a non rispondere a questo messaggio. Etichette: amministrazione digitale, cec pac, pec
Pec day: aiuto sono rimasto prigioniero
Siamo a due giorni dal PEC-day... non sono ancora riuscito a completare la procedura di registrazione. In compenso sono rimasto prigioniero del sistema per colpa di una registrazione interrotta a metà per un malfunzionamento.
Al call center non risponde nessuno. Quanto meno non in tempi che un uomo adulto con una qualsiasi attività lavorativa da svolgere può permettersi di aspettare.
Se c'è qualcuno là fuori: AIUTO!
Etichette: amministrazione digitale, cec pac, pec
Licenze FLOSS
La scorsa settimana ho tenuto alcune lezioni per un corso dell'
ANCEI sull'open source.
Ho caricato su slideshare una delle presentazioni utilizzate.
Etichette: free software, licenza, open source
Pec day: la mia odissea
Oggi ho provato a richiedere la mia
CEC PAC. A fine giornata non ci sono riuscito, in compenso ho scoperto che quando riuscirò ad attivarla potrò inviare al massimo dieci PEC al giorno... una riedizione del lavorare meno per lavorare tutti.
Ore 9:36: provo a collegarmi a www.postacertificata.gov.it, tuttavia il sito risulta irraggiungibile
Ore 11:30: due ore dopo riprovo. Questa volta il sito funziona, così provo a registrarmi. Inserisco i primi dati, salvo e vado avanti. Seconda schermata: compilo i dati e premo invio. Il sistema si blocca. Provo a ripetere la registrazione, per tre volte mi dà un errore di sistema e mi invita a riprovare più tardi. Desisto.
ore 16:30 provo a registrarmi nuovamente. Questa volta invece del messaggio di errore, il sistema mi informa che risulto già registrato e in caso di problemi devo contattare il call center (numero verde). Chiamo il call center: passo i primi cinque minuti ascoltando una voce preregistrata che mi illustra il servizio. Finalmente premo il tasto per parlare con un operatore. Aspetto in linea 1o minuti. Non risponde nessuno. Desisto. Devo pur lavorare.
Morale della favola... sono rimasto prigioniero di una registrazione fantasma che non è mai avvenuta.
Considerati i 50 milioni di euro della gara, forse si poteva pretendere di meglio.
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Pec-day: riprova più tardi
Cronache dal Pec-day.
Alle 11:36 il
sito funziona. Sto provando a registrarmi ma sono tre volte che, inseriti i dati, viene fuori una schermata di errore che recita:
"Si è verificato un errore di sistema. Riprova più tardi".
Le CEC-PAC deve essere mia... riproverò più tardi :-)
Pec-day: rivoluzione si, ma non di mattina presto per favore
Oggi è l'annunciato
PEC-day!
Subito mi sono collegato al sito della Funzione Pubblica dove ho trovato scritto che
"a partire da lunedì 26 aprile sarà sufficiente collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it e seguire la procedura guidata che consente di inserire la richiesta in maniera semplice e veloce".
Allora mi sono collegato a
www.postacertificata.gov.it: peccato che alle 9:36 il sito sia inaccessibile e la risposta che si ottiene è questa:
"503 Service Unavailable Unable to connect to 94.86.40.136.".
La rivoluzione si, ma con calma, verso l'ora di pranzo.
La responsabilità di Ebay (in Austria)
Un tribunale austriaco ha condannato il 31 marzo scorso eBay a un risarcimento di 16.463 euro, da corrispondere a un suo iscritto per merce acquistata sul portale d'aste e mai ricevuta.
Ancora una volta il tema è quello della irresponsabilità dell'intermediario rispetto alle attività compiute dagli utenti della piattaforma: ci si può trincerare dietro le clausole di salvaguardia contenute nella direttiva 2000/31/CE per speculare sulle condotte fraudolente di terzi?
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A volte basta solo aspettare l'appello
Quattro anni nel mondo del web sono un'eternità, quindi suppongo che nessuno ricorderà la vicenda del
Blogger condannato dal Tribunale d'Aosta che aveva ritenuto che allo stesso, in materia di diffamazione, dovesse essere riconosciuto il regime di responsabilità applicabile al direttore di una testata registrata.
La Corte d'Appello,
stando a quello che riferisce il Corriere della Sera, ha ritenuto che l'equiparazione non fosse possibile: il blogger non è il direttore responsabile di un giornale e risponde esclusivamente per quanto da lui "firmato" e non per il contenuto dei commenti di terzi.
Etichette: aosta, blogger, corte d'appello, direttore, responsabilità, sentenza
PEC-day: mi raccomando file ordinate e composte
Dal sito della Funzione Pubblica:
"in vista del PEC-Day del prossimo 26 aprile, quando 50 milioni di cittadini italiani avranno la possibilità di dotarsi di una propria casella di Posta elettronica certificata..."
In effetti fino ad oggi la barriera economica all'ingresso era elevatissima. Tanti cittadini avrebbero voluto, già a partire dal 2005, dotarsi di una casella PEC ma sono sempre stati frenati dall'esborso richiesto: del resto una spesa di 5 euro all'anno non tutti se la possono permettere.
Va dato atto al Ministro di aver democraticizzato una tecnologia solo ieri inarrivabile ai più ed oggi, grazie ad un piccolo investimento di
50 milioni di euro, finalmente accessibile a tutti.
L'importante adesso è non perdere la calma: già all'alba del 26 aprile si formeranno lunghe code davanti agli uffici postali per poter ottenere quella casella di posta elettronica certificata (ma non era CEC-PAC?) così fortemente desiderata da tempo immemore.
Non spingete, non litigate, ce n'è per tutti... e quando tornerete a casa con le vostre credenziali d'accesso consegnatele ai vostri figli e dite loro: "queste sono le credenziali del Ministro".
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FAPAV v. Telecom: updated
Grazie a
Guido che ha avuto modo di leggere il testo dell'ordinanza del Tribunale di Roma sul caso FAPAV/Telecom, si ha un quadro più chiaro delle richieste del procedimento cautelare.
Sono decisamente diverse da quanto era stato riportato sulla stampa nei mesi scorsi. Non una mera riedizione del Caso Peppermint (chiedo al giudice civile di ordinare ai Provider di dirmi chi c'è dietro un determinato indirizzo IP, in modo che io possa far valere in giudizio le mie pretese nei suoi confronti), ma qualcosa di più complesso.
In particolare, Fapav aveva chiesto
"di ordinare a Telecom di (a) comunicare alle Autorità di pubblica sicurezza tutti i dati idonei alla repressione dei reati di cui all’art. 171 LDA, (b) adottare tutte le misure sia tecniche che amministrative per impedire ovvero ostacolare l’accesso ai citati siti “usualmente utilizzati per accedere e riprodurre illecitamente contenuti audiovisivi non disponibili per il pubblico, (c) informare i propri utenti in ordine alla natura illecita delle condotte di riproduzione di opere audiovisive non disponibili al pubblico, “comunicando altresì che tali condotte costituiscono condotte contrattualmente vietate ai sensi del contratto di accesso a internet e, per l’effetto, che la prosecuzione di tali condotte potrà dare luogo alla risoluzione del contratto medesimo."
La prima richiesta è quella che, come scritto nel post di ieri, viene accolta giàcché trova fondamento nel richiamato articolo 17, comma 3, D.lgs 70/2003.
La seconda richiesta ricorda il caso The Pirate Bay (che, infatti,
veniva citato nell'atto introduttivo)
: se a prima vista può sembrare stralunata, in realtà considerando le motivazioni del Tribunale del Riesame poste alla base dell'allora dissequestro di TPB una qualche fondatezza poteva pure averla
. Non però alla luce della successiva sentenza della Cassazione.
La terza, invece, non si capisce davvero dove avrebbe dovuto trarre il suo fondamento giuridico.
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FAPAV v. Telecom: come volevasi dimostrare.
Come
riferisce Repubblica, il Tribunale di Roma ha respinto le richieste di FAPAV nei confronti di Telecom di rivelare i nomi degli utenti collegati a determinati indirizzi IP nell'ambito di un procedimento civile per violazione dei diritti d'autore.
Il Tribunale di Roma, conformandosi all'orientamento già espresso nel caso Peppermint, ha ribadito che una simile richiesta può giungere solo dall'autorità giudiziaria nell'ambito di un procedimento penale.
Tuttavia, la decisione del Tribunale si segnala per un ulteriore aspetto che avvalora una tesi che avevo avuto modo di sostenere qualche tempo fa.
Posto che l'articolo 17, comma 3 del D.lgs 70/2003, così dispone: "3. Il prestatore e' civilmente responsabile del contenuto di tali servizi nel caso in cui, richiesto dall'autorita' giudiziaria o amministrativa avente funzioni di vigilanza, non ha agito prontamente per impedire l'accesso a detto contenuto, ovvero se, avendo avuto conoscenza del carattere illecito o pregiudizievole per un terzo del contenuto di un servizio al quale assicura l'accesso, non ha provveduto ad informarne l'autorita' competente", a me sembrava evidente che Telecom, avendo comunque avuto notizia (in ragione dell'instaurato giudizio civile) di quel carattere illecito, fosse tenuta a informare l'autorità giudiziaria.
Sul punto, stando a quello che riferisce Repubblica ("Su un solo aspetto il giudice accoglie il ricorso di Fapav: ha stabilito che Telecom deve girare all'autorità giudiziaria le segnalazioni che vengono dai detentori di copyright, riguardo a presunte attività illecite sulla rete dell'operatore"), il Tribunale di Roma sembra pensarla allo stesso modo.
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Caso Google-Vividown: meno male che c'è il garante della privacy
"Sarebbe la cosa più clamorosamente assurda che, di fronte a un giudice penale che in fondo favorisce la rete e che carica solo qualche onere di informativa sugli ISP, il risultato fosse di far passare l'Italia come un paese che è contro la libertà della rete alla pari dei paesi antidemocratici"
e ancora
"Vorrei evitare che si avesse un'immagine internazionale che non è fondata, viste le caratteristiche della sentenza, e allo stesso tempo evitare di dare su un piatto d'argento a chi, non per difendere la libertà della rete ma solo un attività imprenditoriale che oggi non è carica di doveri che dovrebbe invece assumere, l'occasione di fare un atto dimostrativo che avrebbe solo un effetto intimidatorio verso i legislatori di tutto il mondo"
Per miei limiti (e per gli impegni di lavoro) sto ancora cercando di digerire la sentenza. Avevo notato quella stonatura di cui parla Pizzetti sul richiamo dell'articolo 13 cod. privacy, ma la cosa che ancora non mi è molto chiara della sentenza è la ricostruzione operata circa la c.d. posizione di garanzia.
Nel testo della sentenza si tende a dare risposta due interrogativi.
Il primo: cosa deve fare un soggetto che tratta dati personali, anche sensibili, che gli vengono forniti da terzi?
Il secondo: se lo stesso soggetto monetizza quei dati, il fatto che volutamente abbia omesso ogni cautela nella fase di acquisizione degli stessi rileva per la configurabilità dell'elemento psicologico del reato di cui all'articolo 167 cod. priv.?
La risposte in sentenza mi pare siano fortemente legate alla ricostruzione operata sulla natura giuridica di Google Video (il c.d. hoster attivo, secondo il giudice milanese).
A sensazione è un impianto che non reggerà in appello. Staremo a vedere.
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Lettera aperta a Maroni sul file sharing
L'ho fatto molto volentieri, condivendone fortemente lo spirito.
Va detto che il clima internazionale non è dei migliori: paesi come la Francia, l'Inghilterra, la Nuova Zelanda hanno imboccato decisamente la strada delle disconnessioni forzate in caso di scambio in rete di materiale protetto.
Si può sperare che il nostro paese si distingua? Io credo di si. Perchè le cose non devono sempre e per forza andare male: come canterebbe Ligabue, "non si può sempre perdere".
Se vi va, potete aggiungere la vostra firma alle nostre.
Etichette: file-sharing, lettera, maroni
Caso Google-Vividown: leggendo la sentenza...
Sto leggendo la sentenza del caso Google e ho trovato particolarmente significativo questo passaggio: "Esiste quindi, a parere di chi scrive, un obbligo NON di controllo preventivo dei dati immessi nel sistema, ma di corretta e puntuale informazione, da parte di chi accetti ed apprenda dati provenienti da terzi, ai terzi che questi dati consegnano"
Poco prima il giudice chiarisce che "sarebbe del tutto impossibile pretendere che un Intenet Provider possa verificare che in tutti i migliaia di video che vengono caricati ogni momento sul sito web siano stati rispettati gli obblighi concernenti la privacy di tutti i soggetti negli stessi riprodotti. E' però necessario (e quindi legittimo richiedere il rispetto di tale comportamento) che l'Internet Provider fornisca agli utenti medesimi tutte le necessarie avvertenze in ordine al rispetto delle norme citate, con particolare attenzione a quelle che concernono la necessità di procurarsi l'obbligatorio consenso in ordine alla diffusione di dati personali sensibili".
Sempre citando la sentenza "lo impone non solo la norma di legg, ma anche il buon senso".
Etichette: caso google, google, motivazioni, sentenza, vividown
Caso Google-Vividown: finalmente le motivazioni
Chi avesse voglia può leggersi ora le 111 pagine contenenti le motivazioni dell'ormai storia sentenza di condanna di alcuni dirigenti di Google per illecito trattamento dei dati personali.
Trovate tutto qui
Segnalazioni: EUPL.it
La European Union Public Licence (EUPL) è stata predisposta nell’ambito dell’IDABC, un programma della Comunità europea che intende promuovere la fornitura interoperabile di servizi paneuropei di (eGovernement) alle pubbliche amministrazioni, alle imprese ed ai cittadini.
Si tratta di una licenza open source che, come si legge nel preambolo, "permette di rafforzare l’interoperabilità giuridica adottando un quadro comune per il raggruppamento dei software del settore pubblico".
L'amico
Fabio Bravo ha voluto dedicare all'argomento il sito
www.eupl.it che vi consiglio di visitare perchè ricco di materiali assai interessanti.
Buona lettura!
Etichette: eupl, fabio bravo, open source, unione europea