Caso Google-Vividown: leggendo la sentenza...
Sto leggendo la sentenza del caso Google e ho trovato particolarmente significativo questo passaggio: "Esiste quindi, a parere di chi scrive, un obbligo NON di controllo preventivo dei dati immessi nel sistema, ma di corretta e puntuale informazione, da parte di chi accetti ed apprenda dati provenienti da terzi, ai terzi che questi dati consegnano"
Poco prima il giudice chiarisce che "sarebbe del tutto impossibile pretendere che un Intenet Provider possa verificare che in tutti i migliaia di video che vengono caricati ogni momento sul sito web siano stati rispettati gli obblighi concernenti la privacy di tutti i soggetti negli stessi riprodotti. E' però necessario (e quindi legittimo richiedere il rispetto di tale comportamento) che l'Internet Provider fornisca agli utenti medesimi tutte le necessarie avvertenze in ordine al rispetto delle norme citate, con particolare attenzione a quelle che concernono la necessità di procurarsi l'obbligatorio consenso in ordine alla diffusione di dati personali sensibili".
Sempre citando la sentenza "lo impone non solo la norma di legg, ma anche il buon senso".
Etichette: caso google, google, motivazioni, sentenza, vividown
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