Copyright, diritto in cerca "d'autore"
Sul numero del Corriere delle Comunicazioni uscito oggi c'è un mio articolo (pag. 31) su copyright ed evoluzione tecnologica.
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Rassegne stampa online: per renderle lecite, l’Italia segua la via francese.
Negli ultimi giorni
si è (ri)acceso in Rete il dibattito inerente
la liceità delle rassegna stampa che numerose amministrazioni pubbliche, per il tramite dei propri siti istituzionali, mettono a disposizione dei cittadini, i quali si trovano così nella condizione di leggere del tutto gratuitamente articoli di attualità tratti dai principali quotidiani o periodici.
Con lettera del 16 marzo u.s., la FIEG ha intimato alle predette amministrazioni di porre termine al servizio o, in alternativa, di acquisire apposita licenza.
Siamo di fronte all’ennesima frizione tra la regolamentazione vigente in materia di diritto d’autore e i comportamenti abilitati dalle nuove tecnologie che consentono una riproducibilità pressocchè immediata di qualsivoglia contenuto, con altrettanto immediata possibilità di condivisione.
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32 senatori chiedono a Monti chiarezza su norma governativa pro Agcom
Il 4 aprile u.s., 32 senatori hanno depositato
un'interpellanza al Governo per sapere
"quali siano le intenzioni del Governo in materia di diritto d'autore e quale contenuto abbia la proposta normativa in itinere, citata dal dottor Calabrò; quale sia la valutazione del Governo, per gli aspetti di propria competenza, in merito ai contenuti del Regolamento Agcom di cui all'allegato A della delibera 398/2011/CONS la cui adozione potrebbe avvenire a breve".
Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi: nel frattempo un grazie di cuore a tutti i parlamentari che hanno sottoscritto l'interpellanza, a cominciare da
Vincenzo Vita che pure avevo aspramente criticato per le posizioni assunte sulla vicenda SIAE ai tempi del decreto liberalizzazioni
.
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Dplmodena.it di nuovo online: a me restano due interrogativi
Con
una nota diffusa nelle scorse ore, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito che
"non ha mai praticato azioni di censura nei confronti di iniziative o attività poste in essere dai propri dirigenti e dipendenti. Ogni intervento è stato sempre effettuato per garantire il rispetto delle leggi e delle regole vigenti. E, anzi, l’obiettivo è stato sempre quello di valorizzare le buone pratiche avviate dalle strutture del Ministero. Partendo da questi presupposti, i responsabili della Direzione della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno incontrato questa mattina i responsabili della Direzione del Lavoro di Modena. Nel corso dell’incontro, chiarite le ragioni che avevano portato a intervenire sul sito della DTL di Modena, sono state approfondite e definite le modalità di integrazione del sito stesso nel sistema di comunicazione istituzionale del Ministero.
Il sito della DTL di Modena sarà dunque riattivato da domani mattina e sarà raggiungibile anche dalla home page del sito del Ministero (www.lavoro.gov.it)".
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
A me rimangono due interrogativi:
1. E' così difficile opeare un'integrazione delle migliori intelligenze che operano all'interno della pubblica amministrazione PRIMA che scoppi il caso giornalistico e non DOPO?
2. E' propio necessaria questa continua rincorsa a chi la spara più grossa? Se si vuole cambiare il Paese, forse è giunto il momento di assumere atteggiamenti e linguaggi diversi.
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Dplmodena.it chiuso: ora tocca a Ferrara e Nuoro?
La notizia ormai ha fatto il
giro del web: il segretariato generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha di fatto imposto la chiusura del sito
www.dplmodena.it che ospitava contenuti di indubbio interesse giuslavoristico e che negli ultimi dieci anni ha fornito un servizio pubblico di gran lunga superiore a quello offerto dallo stesso sito del Ministero.
Da qui la critica (in alcuni casi decisamente
sopra le righe) dei primi commenti.
Se, però, si lascia da parte l'indignazione ad ogni costo, viene da chiedersi in quale paese serio sarebbe possibile che un'articolazione territoriale di un ministero registri un proprio dominio di secondo livello e gestisca in totale autonomia, grafica e di contenuti, notizie inerenti quello stesso ministero per oltre dieci anni.
Se si vuole andare davvero verso l'amministrazione digitale, non lo si può fare con ogni ufficio che si tira su il suo sito (per quanto pregevole) e lo gestisce come gli pare. C'è bisogno di coerenza, uniformità, affidabilità: altrimenti il cittadino potrebbe trovarsi di fronte ad informazioni, tutte apparentemente istituzionali e, al contempo, tutte diverse tra loro.
Insomma, l'indicazione del segretariato generale sarà pur tardiva, ma una sua logica ce l'ha.
L'unica cosa che, al momento, si fa fatica a comprendere è perché della richiesta di "chiusura" sia stata destinatario solo dplmodena.it e non altri due siti dello stesso tenore dplferrara.it e dplnuoro.it (forse ce ne sono anche altri, ma questi due risultano facilmente facendo una ricerca su google).
Perché o le regole valgono per tutti, oppure ben venga lo spontaneismo locale.
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Ieri a Tipnews su T9Info
Ieri pomeriggio ho partecipato alla trasmissione Tipnews sul canale all news del digitale terrestre di T9Tv.
Parlando di pirateria online e regolamento Agcom, non potevo non caricare su YouTube un frammento "pirata", sperando che gli amici di T9Info non se ne abbiano a male ;-)
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