domenica, marzo 11, 2012

#liberalizziamoilfuturo? Magari un'altra volta

L'8 febbraio u.s., Agorà Digitale e numerose altre associazioni avevano convocato una conferenza stampa al Senato della Repubblica per presentare l'iniziativa #liberalizziamoilfuturo: un pacchetto di emendamenti al decreto "liberalizzazioni" per realizzare subito un'agenda digitale in grado di rendere Internet volano di sviluppo, innovazione, apertura al mercato.

Numerosi i parlamentari intervenuti e un consenso sostanzialmente bipartisan sulle proposte avanzate (Senatore VINCENZO VITA (Pd): “Ho condiviso molto di quello che ho sentito. Condivido tutti i punti e insieme ai colleghi cercherò di essere utile alla causa"; Senatore LUCIO MALAN (Pdl): “Si tratta di un pacchetto importante, ci sono alcuni punti per cui è palese che sono d’accordo. Faccio esempi: l’abolizione del monopolio SIAE, cosa da lungo tempo desiderata"; Senatore FELICE BELISARIO (IdV): "Altri lo hanno detto, io lo ribadisco: conoscere per deliberare per poi andare al voto in modo consapevole. Per cui non mi meraviglio che sulla rete ci sono tutta una serie di paletti che la rendono meno libera e quindi, se mi permettete, meno pericolosa per favorire quel consenso consapevole di cui parlavo prima. Noi dobbiamo lavorare per riuscire a superare questi paletti. Per quanto mi riguarda, molti di questi provvedimenti saranno fatti propri dal mio gruppo, altri saranno presentati direttamente da me”.

Come è andata a finire?

Neppure uno di quegli emendamenti è stato sostenuto con convinzione dalle forze politiche presenti in Parlamento.

A parte l'interessamento di facciata e il gesto di stile del deposito di questo e quell'altro emendamento, a conti fatti si torna a casa con le mani vuote e con la consapevolezza (ritrovata?) che alla politica, a questa politica, dell'innovazione non importa propria nulla.

C'è chi addirittura si è superato: Vincenzo Vita, ad esempio, dopo aver dichiarato in tutte le occasioni la sua contrarietà al monopolio SIAE (uno degli emendamenti proposti andava in quella direzione), ha presentato emendamenti non solo per mantenerlo vivo e vegeto, ma addirittura per salvare dalla liberalizzazone il monopolio IMAIE.

Il tutto con la seguente motivazione tragicomica (vi giuro che non ho cambiato una parola): "Acta non deve passare. Il governo italiano non recepisca un accordo contro la pirateria informatica, che in verità rischia di diventare un colossale bavaglio sul web. Ci sarà battaglia anche nel Parlamento europeo già nei prossimi giorni. E ieri si è svolta una straordinaria mobilitazione in tutta europa, cui va la nostra adesione. Proprio per evitare pasticci o ambiguità abbiamo proposto di espungere dal decreto sulle liberalizzazioni i commi dell'articolo 39 che riguardano la Siae e la nuova Imaie, vale a dire i diritti d'autore e i diritti connessi".

ACTA?!?! E che c'azzecca?!?

Ma siccome al peggio non c'è mai fine, qualche giorno dopo (anche a seguito di alcune mie richieste di chiarimenti via twitter), arriva questa precisazione "Se si voterà l'emendamento sulla liberalizzazione della SIAE, io lo voterò" (per non infierire non commento il titolo del post "superare il copyright" che con il monopolio SIAE ha la stessa attinenza del colore del cappotto di Monti con la riduzione dello spread)
Tutto chiaro no? Sono contrario, ma anche a favore (Veltroni docet).


Se questo è il quadro, non c'è da meravigliarsi se la classe politica non abbia più alcuna credibilità.


Personalmente sono stanco di essere preso in giro: spero di non essere il solo.

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