Mi tocca essere d'accordo con la SIAE
Il Direttore Generale SIAE, Gaetano Blandini, commentando la sentenza afferma: "La normativa italiana sulla copia privata già prevede esenzioni per gli usi professionali e delle pubbliche amministrazioni... Circa la precisazione innovativa della Corte, e cioè la non conformità alle norme europee di una applicazione 'indiscriminata' dell’equo compenso per copia privata, è da chiarire che sin dal 2003 – anno in cui è stata recepita in Italia la direttiva comunitaria - trova attuazione in Italia, in particolare nelle procedure della SIAE (ente pubblico al quale la legge demanda l’applicazione della normativa nazionale sulla copia privata), un sistema di esenzioni e rimborsi"
In effetti si tratta di un aspetto che era contenuto anche nel documento (v. in particolare la nota n. 3) che, insieme a Leonardo Maccari e Lorenzo De Tomasi, avevo preparato per un'audizione della Commissione che si è occupata di definire la bozza del c.d. Decreto Bondi.
Ripeto, a mio avviso la sentenza non sposterà molto rispetto alla normativa italiana che è sufficientemente coerente con il quadro comunitario, ma è comunque una pronuncia interessante perchè ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che l'equo compenso non è e non deve diventare una tassa contro la pirateria, ma solo una compensazione per una contrazione dell'area di esclusività del diritto di riproduzione.
Etichette: copia privata, corte di giustizia, equo compenso, sentenza, siae
1 Commenti:
Buona sera
al di là della opinabilità circa l'efficacia del sistema di rimborsi posto in essere dalla SIAE (a mio parere, per esempio, non vi è equilibrio fra la facilità nell'incassare il compenso e le difficoltà nell'ottenere il rimborso) resta il problema di quanto ho segnalato nel commento ad un post precedente: perché dovrei compensare l'insieme degli autori/editori italiani per aver trasferito su un DVD le scansioni delle fotografie dei miei nonni? E non è soltanto una questione meramente logica o di equità. Ragionando in termini giuridici e rovesciando il punto di osservazione dovrei infatti concludere che: dal momento che devo pagare un compenso per la restrizione di un diritto d'autore (per il solo fatto di utilizzare un supporto di memorizzazione digitale) e dal momento che per le foto in oggetto sono io il titolare dei relativi diritti, dovrei aver diritto di iscrivermi alla SIAE e quindi di partecipare alla redistribuzione delle somme raccolte a titolo di compenso (proprio come un cantautore che acquista un proprio CD e anche su quello incassa la relativa percentuale). Ma forse questo è solo un mero esercizio di scuola. Forse.
Un saluto
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