lunedì, ottobre 25, 2010

Mi tocca essere d'accordo con la SIAE

Sempre sulla recente sentenza della Corte di Giustizia in materia di equo compenso.

Il Direttore Generale SIAE, Gaetano Blandini, commentando la sentenza afferma: "La normativa italiana sulla copia privata già prevede esenzioni per gli usi professionali e delle pubbliche amministrazioni... Circa la precisazione innovativa della Corte, e cioè la non conformità alle norme europee di una applicazione 'indiscriminata' dell’equo compenso per copia privata, è da chiarire che sin dal 2003 – anno in cui è stata recepita in Italia la direttiva comunitaria - trova attuazione in Italia, in particolare nelle procedure della SIAE (ente pubblico al quale la legge demanda l’applicazione della normativa nazionale sulla copia privata), un sistema di esenzioni e rimborsi"

In effetti si tratta di un aspetto che era contenuto anche nel documento (v. in particolare la nota n. 3) che, insieme a Leonardo Maccari e Lorenzo De Tomasi, avevo preparato per un'audizione della Commissione che si è occupata di definire la bozza del c.d. Decreto Bondi.

Ripeto, a mio avviso la sentenza non sposterà molto rispetto alla normativa italiana che è sufficientemente coerente con il quadro comunitario, ma è comunque una pronuncia interessante perchè ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che l'equo compenso non è e non deve diventare una tassa contro la pirateria, ma solo una compensazione per una contrazione dell'area di esclusività del diritto di riproduzione.


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1 Commenti:

Alle 10:17 PM , Anonymous Lino De Benedetto ha detto...

Buona sera
al di là della opinabilità circa l'efficacia del sistema di rimborsi posto in essere dalla SIAE (a mio parere, per esempio, non vi è equilibrio fra la facilità nell'incassare il compenso e le difficoltà nell'ottenere il rimborso) resta il problema di quanto ho segnalato nel commento ad un post precedente: perché dovrei compensare l'insieme degli autori/editori italiani per aver trasferito su un DVD le scansioni delle fotografie dei miei nonni? E non è soltanto una questione meramente logica o di equità. Ragionando in termini giuridici e rovesciando il punto di osservazione dovrei infatti concludere che: dal momento che devo pagare un compenso per la restrizione di un diritto d'autore (per il solo fatto di utilizzare un supporto di memorizzazione digitale) e dal momento che per le foto in oggetto sono io il titolare dei relativi diritti, dovrei aver diritto di iscrivermi alla SIAE e quindi di partecipare alla redistribuzione delle somme raccolte a titolo di compenso (proprio come un cantautore che acquista un proprio CD e anche su quello incassa la relativa percentuale). Ma forse questo è solo un mero esercizio di scuola. Forse.
Un saluto

 

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