domenica, ottobre 17, 2010

Siae-Creative Commons e la trasparenza che manca

Vi invito a leggere questo post di Luca Nicotra: "Non chiedo che Wired faccia politica, però...".

Wired pubblica un articolo dal titolo "sensazionalistico" ("Siae, apertura verso i Creative Commons"), riciclando una storia vecchia di due anni e dalla quale non si è cavato un ragno dal buco.

Come ricorda Luca nella sua ricostruzione "Due anni fa SIAE e Creative Commons Italia si incontrano e formano un gruppo di lavoro che presentano con questo comunicato:


Il 23 dicembre 2008 a Roma si è formalizzata la costituzione del Gruppo di Lavoro Giuridico misto, composto da rappresentanti della SIAE e da esponenti del gruppo di lavoro Creative Commons Italia, tra i quali l’Avv. Deborah De Angelis in qualità di referente principale basato a Roma.
Il Gruppo di Lavoro Giuridico misto, che si incontrerà a Roma, presso la sede della Direzione Generale della SIAE, indicativamente ogni 15 giorni, svolgerà uno studio approfondito per dare la possibilità agli autori che hanno optato per il rilascio delle proprie opere con licenze libere, riservandosi gli usi commerciali, di affidare alla SIAE la raccolta e distribuzione dei relativi proventi."

Da allora il nulla e non solo nel senso di risultati raggiunti, che non sarebbe poi così assurdo considerando l'interlocutore istituzionale.

Ciò che sorprende è l'assoluta non trasparenza dei lavori di questo gruppo da parte di Creative Commons Italia: un vero e proprio ossimoro per un movimento che fa della condivisione e della libera circolazione delle informazioni le sue parole d'ordine.

Nessuno (neppure gli addetti ai lavori o gli studiosi della materia) ha potuto prendere visione dei verbali degli incontri, dei documenti prodotti, delle proposte avanzate da un lato e dall'altro.

Nessuna trasparenza.

Ammettiamo pure che questa opacità sia stata imposta da SIAE. Se così fosse, sarebbe stato un ottimo motivo per lasciare da subito il tavolo delle trattative.

Quando partecipai come esponente di Frontiere Digitali, insieme ad Arturo Di Corinto e Lorenzo De Tomasi, alla commissione nominata dal Prof. Gambino per approntare una proposta di revisione dell'attuale legge sul diritto d'autore, ponemmo come condizione che tutti i lavori fossero liberamente accessibili in rete e così avvenne.

Posto che a quel tavolo non si stanno decidendo le sorti dell'umanità e che perfino le bozze del famigerato ACTA sono state rese disponibili in rete, direi che è arrivato il momento di far conoscere alla Rete ed in Rete cosa è stato fatto in questi due anni... magari su wikileaks :-)

Liberate quei dati. Information wants to be free.



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