mercoledì, gennaio 14, 2009

Freedom for Remix: la risposta ufficiale

Poco prima di Natale avevo pubblicato questo post: "Divieto di Remix: cambiamo le regole?". In breve, si chiedeva alla Fondazione Romaeuropa e ai curatori del concorso Romaeuropa Web Factory di modificare l'articolo 8 del regolamento di gara che espressamente escludeva dalla competizione ogni attività di mashup, remix ed ogni altro genere di manipolazione.

Era una lettera scritta a quattro mani (rectius: a sei mani... ho dimenticato di citare Salvatore Iaconesi - Artisopensource - che aveva segnalato la "stranezza" del regolamento e che ha partecipato alla revisione finale del testo) con Oriana Persico di Degradarte e intendeva avviare un dialogo con la Fondazione ed i curatori della competizione per comprendere le ragioni di tale preclusione.

Ho ricevuto oggi da parte di Gianluigi De Stefano, curatore del Romaeuropa Web Factory in partnership con Telecom Italia, la risposta ufficiale che ci era stata promessa.

Potete leggerla qui di seguito. Della vicenda se ne riparlerà nel corso della puntata di Codice Binario, a cura di Massimo Melica, del prossimo 22 gennaio, ore 10:30, sulla web-radio de "Il Velino".

Mi piacerebbe ci potesse essere un intervento anche da parte di Gianluigi De Stefano. Verificherò con Massimo Melica e con il diretto interessato nelle prossime ore.

Buona lettura.


"Cari amici,

ho letto l'articolo che esprime perplessità riguardo all'articolo 8 del Regolamento di Romaeuropa Web Factory.

I vostri rilievi sono pertinenti e interessanti e ritengo quindi doveroso fornirvi alcuni chiarimenti circa le riflessioni che ci hanno portato alla formulazione dei divieti che l’articolo contiene.

E' bene ricordare, innanzitutto, che Romaeuropa Web Factory è un concorso a premi nato in partnership con Telecom Italia e che tutti i Promotori hanno indicato la chiarezza e la parità di condizioni come principi irrinunciabili.

Abbiamo ritenuto, perciò, che la tutela di un'intera collettività di artisti fosse un interesse che non dovesse in alcun modo entrare in conflitto con la libertà di espressione di ciascuno.

Un concorso come quello organizzato da Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia ha un impatto nella comunità talmente rilevante da non poter prescindere dal rispetto delle norme di legge e ciò a tutela del regolare funzionamento del concorso.

Come è ben detto nel vostro intervento le attività di remix e mashup sono lecite solo se composte da materiale di pubblico dominio o oggetto di esplicita licenza da parte dell’autore.

Questo perché per la normativa vigente il diritto all’integrità dell’opera e il diritto morale di essere riconosciuto come autore dell’opera sono diritti spettanti all’autore che non possono essere ignorati.

Per poter ammettere opere oggetto di mashup e remix avremmo dovuto quindi o verificare i titoli di legittimità di ciascuna opera rendendo troppo farraginosa e impraticabile l’ammissione delle opere stesse o esporre l’intero concorso al rischio di azioni giudiziarie intentate da qualche artista o da qualche concorrente.

Sappiamo bene che le pratiche oggetto del divieto sono molto comuni e sono ormai riconosciute come un "genere" a sé stante il quale ha un fascino e una dignità molto apprezzate.

Tuttavia di fronte alle osservazioni degli avvocati una rinuncia in questo senso ci è parso che fosse sopportabile visto gli scopi dell’intero progetto.

Chiarito tutto questo, vi ringrazio ancora per le parole di apprezzamento contenute nell'articolo e vi invito a partecipare a questa come alle prossime edizioni del Romaeuropa Web Factory"


Gianluigi De Stefano
Curatore Romaeuropa Web Factory in partnership con Telecom Italia


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