Google video e la necessaria irresponsabilità dell'hosting provider
Strana la vita: lo scorso giovedì ho partecipato ad una riunione in cui, tra le altre cose, si valutava il testo della policy che un sito destinato ad ospitare User Generated Contents avrebbe dovuto adottare per cautelarsi rispetto all'eventuale illiceità di questi ultimi. La questione per me era sufficientemente chiara: maggiore fosse stata la terzietà del gestore della piattaforma rispetto ai contenuti, più ampie sarebbero state le garanzie che l'ordinamento gli avrebbe accordato.
Ancoravo la mia solida convinzione agli articoli 16 e 17 del D.lgs 70/2003. In particolare la prima delle due disposizioni, così recita: "Art. 16 (Responsabilita' nell'attivita' di memorizzazione di informazioni - hosting-) 1. Nella prestazione di un servizio della societa' dell'informazione, consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non e' responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore:a) non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attivita' o l'informazione e' illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l'illiceita' dell'attivita' o dell'informazione;b) non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorita' competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano se il destinatario del servizio agisce sotto l'autorita' o il controllo del prestatore. 3. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa competente puo' esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attivita' di cui al comma 1, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse".
Ancoravo la mia solida convinzione agli articoli 16 e 17 del D.lgs 70/2003. In particolare la prima delle due disposizioni, così recita: "Art. 16 (Responsabilita' nell'attivita' di memorizzazione di informazioni - hosting-) 1. Nella prestazione di un servizio della societa' dell'informazione, consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non e' responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore:a) non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attivita' o l'informazione e' illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l'illiceita' dell'attivita' o dell'informazione;b) non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorita' competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano se il destinatario del servizio agisce sotto l'autorita' o il controllo del prestatore. 3. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa competente puo' esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attivita' di cui al comma 1, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse".
A ciò aggiungasi l'incipit dell'art. 17 : "1. Nella prestazione dei servizi di cui agli articoli 14, 15 e 16, il prestatore non e' assoggettato ad un obbligo generale di sorveglianza sulle informazioni che trasmette o memorizza, ne' ad un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attivita' illecite".
Poi nella giornata di sabato, tramite il blog di Daniele, arrivo a questa notizia. La storia a suo tempo suscitò parecchio clamore: su YouTube alcuni delinquenti (per non dire di peggio) avevano caricato un video in cui insultavano e colpivano un ragazzo disabile.
Un'autentica vergogna che, tuttavia, solo grazie a YouTube era stata rivelata al mondo intero cosicchè i diretti responsabili erano stati chiamati a risponderne.
L'aspetto grottesco della vicenda è che subito dopo furono aperte delle indagini per verificare se fosse sussistente una qualche responsabilità penale da parte dei gestori del noto portale.
Bene (rectius: male) le indagini si sono concluse e, secondo quello che riferisce Repubblica, il pm Francesco Cajani sarebbe intenzionato a chiedere il rinvio a giudizio nei confronti di quattro dirigenti di Google, giacchè avrebbero "offeso la reputazione dell'Associazione Vividown" e del ragazzo vittima del video, "consentendo che venisse immesso per la successiva diffusione a mezzo internet, attraverso le pagine di Google Video Italia e senza alcun controllo preventivo sul suo contenuto", un filmato in cui i compagni di scuola "ledevano i diritti e le libertà fondamentali nonché la dignità degli interessati".
In questi casi spero sempre che nella semplificazione giornalistica sia saltato qualcosa, perchè davvero non riesco a capire sulla base di quale norma Google Video Italia sarebbe stata chiamata ad operare un controllo preventivo sui contenuti immessi da suoi utenti, con buona pace dei richiamati articoli 16 e 17 del D.lgs 70/2003 (peraltro attuativo della direttiva comunitaria 2000/31/CE). Probabilmente non si imputa loro la "mancata sorveglianza" (non essendoci nessun obbligo a riguardo) ma, forse, il non aver rimosso prontamente il materiale una volta avuto contezza del carattere illecito dello stesso.
Staremo a vedere come evolverà la vicenda.
Morale della storia: il diritto è sempre incerto, o quanto meno la sua certezza si snoda su sentieri così accidentati che è lecito dubitare di poter giungere alla meta sani e salvi.
Etichette: google, hosting provider, responsabilità, video, youtube
3 Commenti:
mah O_o
sarò di parte, ma già è difficile controllare tutto su un servizio simile con numero molto più piccoli di youtube e di google video, figuriamoci su due servizi a portata mondiale O_O
attendiamo comunque di vedere qualche motivazione.
Oltre allo "statuto" dei provider, vedo anche un certo rischio (proprio alla luce delle norme attuali) per chi "provider" non è (vedi discorso sui dati sensibili ...)
Comunque in questi ultimi giorni prima delle vacanza ci sono anche altre notizie, di altro genere, che mi fanno riflettere, ma non le commento (per ,o meno qui) per non rischiare di scadere nella politica
Well written article.
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