martedì, ottobre 25, 2011

Wi-fi pubblico: ritorno al passato?

Non so quanto sia attendibile, ma nella bozza dell'ennesimo "decreto-sviluppo" (sarà il caso di cambiargli nome, anche per scaramanzia?!?) pubblicata da Repubblica c'è una disposizione che, se approvata, rimetterebbe indietro le lancette dell'orologio del wi-fi pubblico in Italia.

Come si ricorderà, le disposizioni che imponevano l'identificazione degli utenti degli hot-spot pubblici mediante documento di riconoscimento erano state abrogate definitivamente con la legge 10/2011, di conversione del D.L. 225/2010.

Adesso si vorrebbe introdurre una disposizione dal seguente tenore:

Dopo l’art. 6, comma 2 della legge 31 luglio 2005, n. 155 (decreto Pisanu, n.d.r.), è aggiunto il seguente comma: "2bis. Anche in deroga a quanto previsto dal comma 2, gli utenti che attivano schede elettroniche (S.I.M.) abilitate al solo traffico telematico ovvero che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche o punti di accesso ad Internet utilizzando tecnologia senza fili possono essere identificati e registrati anche in via indiretta, attraverso sistemi di riconoscimento via SMS e carte di pagamento nominative. Con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, possono essere previste misure di maggior dettaglio e ulteriori procedure semplificate anche negli altri casi previsti dal comma 2.”

La motivazione? E' riportata nello stesso documento.

"Con la recente abrogazione di alcune delle previsioni dell’art. 7 del c.d. decreto Pisanu (D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito nella legge n. 155/2005) sono venuti meno una serie di obblighi posti in capo ai gestori di punti di accesso internet e di hot spot wifi. Ciò ha rappresentato senza dubbio una facilitazione per l’utilizzo di internet, a beneficio della collettività. D’altra parte, tale innovazione ha generato, da un lato, una rilevante asimmetria regolamentare a sfavore dei gestori che, utilizzando una diversa tecnologia (e segnatamente quella mobile) sono tutt’ora obbligati a identificare ed acquisire informazioni dell’utenza prima di attivare il servizio, a fronte di elevati oneri economici necessari per la registrazione e l’archiviazione di tali informazioni; dall’altro, tale asimmetria si riverbera anche in termini di sicurezza e prevenzione dei reati, poiché chi oggi utilizza postazioni pubbliche non vigilate o punti di accesso ad Internet tramite wi‐fi potrebbe farlo senza essere identificato, e dunque in completo anonimato".

Mi sfugge in che modo questa disposizione abbia a che fare con lo sviluppo economico del Paese. Mi è, invece, più chiaro come possa servire agli operatori di telefonia mobile per vendere più chiavette internet.




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