venerdì, novembre 26, 2010

Esistono più norme di quante voi umani...

Se ne è parlato in questi giorni in Rete, a partire dal sempre attento Stefano Quintarelli.

Mi riferisco al Decreto Legislativo del 22 ottobre u.s. (in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) che recepisce nel nostro ordinamento la direttiva 2008/63/CE.

Sintesi giornalistica: in funzione delle nuove norme saremo costretti a chiamare un tecnico specializzato per installare un semplice modem wi-fi o un router a casa nostra In caso contrario, pesanti sanzioni.

A me sembra che le cose non stiano proprio così. O meglio, se stanno così, ci stanno già da parecchio tempo.

Il Decreto legislativo in questione, infatti, va ad abrogare (per sostituirne le previsioni) la legge 109/1991 e il Decreto Ministeriale delle poste e telecomunicazioni n. 314/1992.

In quest'ultimo, in particolare, si prevede:

Art. 3.
1. L'installazione, il collaudo, l'allacciamento e la manutenzione delle apparecchiature terminali, omologate con la procedura di cui all'allegato 11, parte integrante del presente decreto, debbono essere eseguiti dal gestore del servizio pubblico o da imprese autorizzate ai sensi dell'art. 4, in conformita' alle norme CEI, alle norme per la sicurezza degli impianti ed alle altre norme vigenti in materia.

Art. 5
1. Gli abbonati possono provvedere direttamente all'installazione, al collaudo, all'allacciamento ed alla manutenzione di apparecchiature terminali omologate con capacita' non superiore a due linee urbane, qualora l'allacciamento alla terminazione della rete pubblica richieda il solo inserimento della spina nel relativo punto terminale.

La nuova normativa prevede esattamente la stessa cosa (manca ovviamente il nuovo decreto attuativo) quando afferma:

ART. 2
(Allacciamento dei terminali di telecomunicazione alle interfacce della rete pubblica)
1. Gli utenti delle reti di comunicazione elettronica sono tenuti ad affidare i lavori di installazione, di allacciamento, di collaudo e di manutenzione delle apparecchiature terminali di cui all’articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1), che realizzano l’allacciamento dei terminali di telecomunicazione all’interfaccia della rete pubblica, ad imprese abilitate secondo le modalità e ai sensi del comma 2.
2. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, il Ministro dello sviluppo economico, adotta, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto volto a disciplinare:
a) la definizione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali che devono possedere le
imprese per l’inserimento nell’elenco delle imprese abilitate all'esercizio delle attività di cui al comma 1;
b) le modalità procedurali per il rilascio dell’abilitazione per l’allacciamento dei terminali di telecomunicazione all’interfaccia della rete pubblica;
c) le modalità di accertamento e di valutazione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali di cui alla lettera a);
d) le modalità di costituzione, di pubblicazione e di aggiornamento dell’elenco delle imprese abilitate ai sensi della lettera a);
e) le caratteristiche e i contenuti dell’attestazione che l’impresa abilitata rilascia al committente al termine dei lavori;
f) i casi in cui, in ragione della semplicità costruttiva e funzionale delle apparecchiature terminali e dei relativi impianti di connessione, gli utenti possono provvedere autonomamente alle attività di cui al comma 1.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

P.s. Certo un'occasione persa per una liberalizzazione dei servizi vera. Ma si sa, questo è il paese delle corporazioni, mica potevamo fare a meno della corporazione degli installatori col bollino.


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3 Commenti:

Alle 10:37 PM , Anonymous Stefano Quintarelli ha detto...

Il provvedimento non e’ contrario alla lettera della direttiva che lasciava questa facolta’ intesa per i paesi di piu’ recente liberalizzazione delle tlc.

E’ sicuramente contrario allo spirito che era di rimozione delle barriere, mentre noi abbiamo deciso di alzarle di due ordini di grandezza (livello delle sanzioni).

Dei paesi con la nostra storia di quuasi ventennale apertura delle TLC non mi risulta che ve ne sia uno che abbia detto “e’ tutto vietato tranne cio’ che sara’ esplicitamente permesso”, come abbiamo fatto noi.

 
Alle 9:47 AM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Tutto vero, Stefano, solo un piccolo particolare (ma decisivo). Eccezion fatta per le sanzioni è la stessa identica disciplina prevista nel nostro ordinamento dal 1992.

Se oggi sei una PA e fai una gara per la manutenzione degli impianti di rete, devi mettere nella documentazione il fatto che il soggetto sia abilitato alla manuntenzione ai sensi del D.M. e bla bla bla.

Siccome nell'isteria ormai irrefrenabile dell'Internet nostrana è passata l'idea che dovrai chiamare il tecnico pure per collegare il modem wifi comprato al negozio sottocasa, ecco vorrei che si dicesse che questa cosa non era, non è e non sarà vera.

 
Alle 11:23 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

Ecco... il problema è proprio che l'isteria - che in un primo tempo aveva contagiato anche me - viene abilmente montata dai media.
Che perfino una testata apparentemente seria come il Sole24ore alimenti questa isteria con trafiletti generalistici e ben poco chiari, mi rende perplessa.
C'è da domandarsi, come spesso accade in questi casi, se l'ambiguità sia voluta, per qualche scopo a me sconosciuto, o se derivi da scarsa attenzione nella lettura della norma.
In ogni caso, un comportamento, a mio personale parere, censurabile.
Lorena

 

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