Una generazione di criminali?
U.S. News ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo di Lawrence Lessig dal titolo "Prosecuting Online File Sharing Turns a Generation Criminal".
Lo studioso americano ribadisce un concetto già espresso nel suo ultimo libro "Remix" e che trovo assai interessante perchè va oltre i "soliti" discorsi sul copyright per addentrarsi nei territori della ragion d'essere della norma.
Cosa capita quando un divieto (finanche sanzionato penalmente) colpisce comportamenti non percepiti come anti-sociali e che, anzi, rappresentano la quotidianità di un'intera generazione?
Cosa accade se quella generazione sono i nostri figli o nipoti?
Non è un elogio della pirateria. Nè una negazione del diritto d'autore le cui ragioni di fondo restano perfettamente valide nell'era di Internet. E' una riflessione sul sistema di valori di cui la regola giuridica finisce inevitabilmente per farsi carico.
Se scelgo di inasprire continuamente le pene per le violazioni del diritto d'autore e rendo l'apparato sanzionatorio meno severo per i reati societari avrò inevitabilmente fatto una scelta di valori.
Cosa è più importante?
Etichette: copyright, diritto d'autore, lessig, pirateria
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