Copyright, politica e censura
Sull'International Herald Tribune del 21 ottobre u.s. è stato pubblicato un interessante articolo di Lawrence Lessig sull'uso della legislazione in materia di copyright come strumento di censura.
Lessig nel suo articolo cita esempi relativi all'ultima campagna presidenziale in cui tanto Obama che McCain hanno dovuto fare i conti con assurde richieste di rimozione dai loro spot elettorali di materiale di cui questa o quella Corporation deteneva i diritti.
Ad esempio ricorda Lessig: "L'anno scorso, Fox News ha intimato a John McCain di interrompere l'uso di una clip che lo riguradava in prima persona in un dibattito moderato andato in onda sul canale Fox News. Il mese scorso, la Warner ha chiesto a YouTube rimuovere un video amatoriale che criticava Barack Obama perchè vi era utilizzata musica di cui la stessa deteneva i diritti, mentre la NBC ha chiesto allo staff della campagna di Obama di ritirare una pubblicità che comprendeva alcuni video di NBC News con Tom Brokaw e Keith Olbermann".
Chiara è la tendenza ad un utilizzare in modo distorsivo una legislazione concepita per incoraggiare la creatività e diventata, da una decina di anni, strumento di oppressione nei confronti di nuove modalità espressive.
Lessig individua nel Digital Millenium Copyright Act una delle cause di questo fenomeno: "Il Copyright è diventato un'arma politica a causa di una legge approvata una decina di anni fa: il Digital Millennium Copyright Act. Questa legge dice ad intermediari come YouTube che, a meno che non rimuovano rapidamente materiale pubblicato dagli utenti che sia sospettato di violare il copyright, loro stessi, in prima persona, potrebbero essere chiamati in causa quali responsabili per l'infrazione. Comprensibilmente, YouTube e altri ancora sono diventati molto vigili nell'eliminare ogni presunta violazione. Invero, You Tube è andato ben al di là di quanto richiesto dalla legge e ha iniziato a chiudere gli account di persone che si presume abbiano violato le leggi in materia di copyright solo tre volte".
La conclusione dell'articolo è semplice e, allo stesso tempo, difficile da attuare: "Sarebbe molto meglio se la legge sul copyright fosse limitata a quei contesti in cui la sua essenziale funzione di stimolo alla creazione serve effettivamente - promuovere l'innovazione e garantire che gli artisti siano pagati per il loro lavoro – lasciando perdere inutili battaglie sull'uso di materiale protetto da parte dei candidati o dei loro sostenitori".
Dal momento che revisioni normative come quelle auspicate da Lessig non sembrano essere dietro l'angolo, occorre fare in modo che quanto meno la fonte dei beni comuni non si inaridisca: è una fonte di creatività e di libertà.
Le licenze Creative Commons sono uno degli strumenti per evitare quell'inaridimento: help Building the Commons
Etichette: censura, copyright, creative commons, digital copyright, lessig
1 Commenti:
già, il legislatore fascista aveva previsto delle 'libere utilizzazioni' che il legislatore 'moderno' non solo non ha mantenuto al passo con i tempi, ma ha anche via via ristretto ...
bah
--
h.d.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page