Libri, articoli e qualche considerazione
Sul numero 4/2010 di Ciberspazio e Diritto, storica rivista scientifica di Informatica Giuridica (uso il termine nell'accezione più ampia, quella che preferisco) è stato pubblicato un mio articolo dal titolo "Il rapporto tra informatica e diritto: passato, presente e futuro".
Il numero in questione è liberamente scaricabile dal sito della rivista. Perciò, se avete tempo e modo, dateci un'occhiata e ditemi cosa ne pensate.
Altra cosa: riflettevo sulle parole di Giovanni Maria Riccio (professore associato di diritto comparato e collega con cui ho avuto modo di scambiare qualche battuta a distanza) sullo stato dell'arte dell'informatica giuridica in Italia ("Servirebbero più articoli “accademici” e meno post sui blog. So che molti storceranno il naso, ma ne sono fermamente convinto... Opinioni per lo più scritte con la mano sinistra, senza citare alcuna fonte (salvo rarissime eccezioni). Eppure ci sarebbero tante cose da dire, magari con un minimo di rigore in più, provando a ragionare sui principi e non limitandosi a segnalare l’ultimissimissima sentenza del giudice di pace di Montesperso").
Ha ragione. Ha proprio ragione.
Non perchè i blog giuridici (come questo nel suo piccolo) non abbiano utilità ma perchè è indubbio che diventino estremamente pericolosi quando dispensano soluzioni preconfezionate e volutamente parziali al solo scopo di soffiare sul fuoco della polemica.
Non si può pretendere da un blog rigore scientifico, ma si deve pretendere che non finga di averlo, almeno questo si. Alla televisione (e alle sue esagerazioni) siamo vaccinati, ad Internet molto meno.
Segnalazioni: è disponibile il file PDF del nuovo libro di Simone Aliprandi, "Apriti standard! Interoperabilità e formati aperti per l'innovazione tecnologica". L'argomento è di grande interesse e lo caricherò subito sul mio ebook reader :-)
Etichette: articoli, ciberspazio, diritto, libri, rivista
4 Commenti:
Ad aver preso una posizione contraria ad Internet nella Costituzione non siano stati in molti....
Ho perso qualche minuto, sul mio blog, scrivendo il mio pensiero sulla proposta Rodotà.
Non sono mancino, non scrivo con la sinistra e non cavalco la polemica per notorietà. Posso ritenermi tra coloro esentati dal giudizio severo espresso da GM Riccio così come riportato nel tuo post?
Ovvio che si, Massimo, per quanto mi riguarda ;-)
In verità, le parole di Giovanni mi avevano colpito a prescindere dal caso concreto che le aveva originate.
Non so chi avesse in mente lui (e se avesse in mente qualcuno di preciso) quando le ha scritte, ma le ho trovate di conforto e di stimolo per alcune scelte fatte e da fare.
Il tuo articolo ha un bello stile di scrittura e denota una spiccata propensione all'approfondimento ed all'analisi dei particolari. Ho apprezzato in particolare la sensibilità che hai mostrato richiamando le affermazioni di Borruso portate in nota 19 circa le caratteristiche dell'informatica del diritto (che, inutile dirlo, condivido appieno). Tuttavia non posso fare a meno di notare che è un articolo che, per la sua indiscutibile completezza e per la sua cura nella ricerca cronologica degli eventi che hanno caratterizzato lo sviluppo della disciplina, pare scritto da un professore per altri professori (o per i propri studenti che devono passare dalle sue forche caudine). Se posso permettermi una piccola critica (so che le accetti senza rancore) questo approccio è valido in ambiente accademico ma non per sollecitare discussioni e scambi di opinioni sul tuo blog (che leggo sempre molto volentieri per i suoi interessanti spunti di riflessione). A mio avviso, senza voler polemizzare inutilmente con Riccio (perchè nella sostanza anch'io sono d'accordo con lui), sarebbe fallimentare trasporre nei blog articoli accademici (che riportino pedissequamente e con severo rigore scientifico le fonti e gli autori delle teorie); tantomeno si può pretendere che ciò venga fatto anche da parte dei commentatori, perchè alcuni di essi (pur studiosi della materia) hanno un approccio diverso dal vostro, del tutto pratico, al problema oggetto di speculazione. Ed infatti la differenza l'ho notata in maniera evidente leggendo e comparando lo stile e la forma dell'articolo di Sebastio e Sidella (che, da pratici del diritto e con buona capacità di sintesi, hanno scritto un articolo sufficientemente completo e di valido orientamento per tutti, non rinunciando a citare le fonti normative che per noi pratici sono più importanti di quelle di dottrina).
G.C.
Ciao G.C. (per distinguerti dall'altro Giovanni :-))
intanto grazie per aver letto l'articolo!
So che Giovanni M. Riccio ogni tanto passa da queste parti, quindi se ha qualcosa da dire, si manifesti :-)
Quello che ho colto io è un richiamo a tenere distinti gli ambiti: un blog è un blog, una rivista scientifica è una rivista scientifica.
Come giustamente dici tu, non si può usare su un blog (sia pur giuridico) il linguaggio delle riviste di approfondimento: sarebbe fallimentare.
Si può però sollecitare (e credo questo fosse il senso del post citato) noi tutti che frequentiamo la Rete a non ritenerci soddosfatti del post "di pancia", ma a contribuire anche ad un dibattito scientifico, nelle sedi opportune, con i dovuti approfondimenti.
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