U.S. International strategy for cyberspace
Fulvio Sarzana riporta sul suo blog il documento diffuso in questi giorni dalla Casa Bianca in cui si delinea la strategia internazionale degli Stati Uniti in materia di ciberspazio.
Ci sono diversi spunti interessanti sui quali ritornerò nei prossimi giorni.
Mi ha, però, da subito colpito un passaggio relativo alla necessità di evitare che normative repressive di condotte illegali possano tramutarsi in strumento di inibizione di accesso ad Internet e alle potenzialità che la stessa offre.
Segnatamente si dice: "Focus cybercrime laws on combating illegal activities, not restricting access to the Internet. Criminal behavior in cyberspace should be met with effective law enforcement, not policies that restrict legitimate access to or content on the Internet. To advance this goal, the United States Government works on a bilateral and multilateral basis to ensure that countries recognize that online crimes should be approached by focusing on preventing crime and catching and punishing offenders, rather than by broadly limiting access to the Internet, as a broad limitation of access would affect innocent Internet users as well. As the United States and our partners engage in dialogue and help build capacity among law enforcement organizations worldwide, we will integrate this approach, uniting protection of privacy, fundamental freedoms, and innovation with collaboration to combat crimes in cyberspace".
Ecco allora che, implicitamente, vengono condannati tutti quei modelli che prevedono disconnessioni forzate dalla rete per violazione del Copyright (Hadopi, in primis) o un monitoraggio di massa sul traffico internet per verificare chi scambia cosa e approntare misure sanzionatorie conseguenti nel totale disprezzo del diritto alla riservatezza nelle comunicazioni telematiche (e su questo la delibera AGCOM in discussione qualche inquietudine la desta).
Il rispetto delle libertà fondamentali deve essere la premessa e al tempo stesso il confine invalicabile di ogni normativa finalizzata a reprimere comportamenti illeciti nel ciberspazio.
Legalità e Libertà non possono essere in antitesi.
Ecco allora che, implicitamente, vengono condannati tutti quei modelli che prevedono disconnessioni forzate dalla rete per violazione del Copyright (Hadopi, in primis) o un monitoraggio di massa sul traffico internet per verificare chi scambia cosa e approntare misure sanzionatorie conseguenti nel totale disprezzo del diritto alla riservatezza nelle comunicazioni telematiche (e su questo la delibera AGCOM in discussione qualche inquietudine la desta).
Il rispetto delle libertà fondamentali deve essere la premessa e al tempo stesso il confine invalicabile di ogni normativa finalizzata a reprimere comportamenti illeciti nel ciberspazio.
Legalità e Libertà non possono essere in antitesi.
Etichette: agcom, casa bianca, ciberspazio, copyright, strategia, usa
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