giovedì, gennaio 20, 2011

E anche questa minaccia alla rete è archiviata

Direttamente dal sito dell'AGCOM:

"21) I regolamenti si applicano ai siti che diffondono contenuti generati dagli utenti (cd. UGC)?
No. Le delibere dell’Autorità, in piena aderenza con i principi stabiliti dalla direttiva e dal decreto, ne hanno esplicitamente previsto l’esclusione dal campo di applicazione dei regolamenti, tranne nel caso in cui sussistano, congiuntamente, due condizioni in capo ai soggetti aggregatori: sia la responsabilità editoriale, in qualsiasi modo esercitata, sia uno sfruttamento economico. Mentre lo sfruttamento economico è facilmente individuabile, affinché si determini la responsabilità editoriale, sono invece richiesti due elementi concorrenti: l’esercizio di un controllo effettivo sia sulla selezione dei programmi, ivi inclusi i programmi-dati, sia sulla loro organizzazione in un palinsesto cronologico, nel caso delle radiodiffusioni televisive o radiofoniche, o in un catalogo nel caso dei servizi a richiesta. Pertanto, i siti che non selezionano ex ante i contenuti generati dagli utenti, ma effettuano una mera classificazione dei contenuti stessi, non rientrano nel campo di applicazione della norma."

Sarebbe ora necessario che gli stessi che hanno sparso urbi et orbi informazioni di segno opposto sulla base di una discutibilissima attività ermeneutica provvedano a porre rimedio, visto che la vicenda, grazie a Repubblica (come sempre ben informata) e Wired era finita ben oltre i confini italiani, inducendo a profetizzare che, in virtù delle nuove regole, YouTube avrebbe dovuto lasciare l'Italia.


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