Pensieri di ferragosto: ma di tutta questa "trasparenza" che me ne faccio?
E' dall'inizio di questa legislatura che, anche sulla spinta del nuovo corso dell'amministrazione statunitense, è partita la corsa alla trasparenza nella P.A. italiana: vai con i cv online dei dirigenti, le retribuzioni dei collaboratori, gli incarichi dei consulenti e via discorrendo.
Il Ministro Brunetta non perde occasione per "oscurare" la homepage del suo dicastero per sostituirla con la sola frase "operazione trasparenza" e da qualche giorno sono online i dati aggiornati al 5 agosto 2010.
Non mancano iniziative non governtive come quella di Open Parlamento che in home page ricorda "ogni giorno in parlamento si propongono, discutono e votano leggi che cambiano la TUA vita. Informati, Monitora, Intervieni Ti riguarda, ci riguarda".
Tutto bello, ma a che serve? A parte soddisfare qualche piccola curiosità privata ("Dai, hai visto che M. ha un incarico al Ministero?", "Lo sai quanto prende C.?") a che serve, in un paese come l'Italia, questa presunta "trasparenza"?
Un'operazione trasparenza ha una qualche ragion d'essere se serve a rivelare cose che non si conoscono o di cui si ha altra considerazione.
In Italia partiamo per principio in mala fede: tutti i pubblici impiegati sono dei fannulloni, tutti i dirigenti pubblici sono strapagati, tutti i parlamentari sono assenteisti, tutti i politici rubano.
A che serve allora un'operazione trasparenza? A svelare nella maggior parte dei casi quello che già sappiamo o a mostrare che le cose non stanno proprio come il luogo comune lascierebbe intendere, con il risultato che tanto non ti crede nessuno ("si, però, vatti a fidare, quelli là pubblicano quel che vogliono") ?.
Per il futuro facciamo partire l'Operazione Fiducia, magari serve a qualcosa.
Etichette: brunetta, pubblica amministrazione, trasparenza
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