Con questa circolare io vi dichiaro...
La vicenda tragicomica da cui origina la necessità della nuova (ennesima) circolare di Brunetta sulla PEC è descritta da Ernesto Belisario sul suo blog.
Il Ministero della Pubblica Istruzione (sic!) ha, infatti, respinto la domanda di partecipazione all'esame di stato presentata via PEC da un aspirante agrotecnico dal momento che la modalità telematica non era prevista dall’atto che aveva bandito la prova.
Nulla di particolrmente sconvolgente se a fondamento della predetta preclusione fossero rinvenibili esigenze di interesse pubblico, ragionevoli e proporzionali, tali comunque da non determinare un ingiustificato appesantimento del procedimento amministrativo.
Queste invece le "ragioni" addotte dal Ministero: la PEC "è uno strumento il cui utilizzo è ancora in fase iniziale e non è perciò compresa tra i possibili modi di invio delle domande di partecipazione agli esami abilitanti".
A parte il fatto che la PEC esiste dal 2005, la concezione che sta dietro queste parole è inquietante: "La PEC è una cosa nuova, quindi non la usiamo. Aspettiamo che diventi vecchia".
C'è un conservatorismo frutto della pigrizia mentale che va combattuto, anche per via giudiziale come suggerisce Ernesto Belisario.
Una Pubblica Amministrazione che si rispetti e che pretenda rispetto non può permettersi risposte del genere.
Una Pubblica Amministrazione che si rispetti e che pretenda rispetto non può limitarsi a subire il cambiamento, ma deve esserne protagonista.
Etichette: amministrazione digitale, brunetta, gelmini, ministero, pec, pubblica istruzione
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