Google suggest, l'ordinanza del Tribunale di Milano e le FAQ di suggest
Ormai in rete è ampiamente diffusa
l'ordinanza del Tribunale di Milano che ha confermanto l'ordinanza emessa a seguito di un procedimento ex art. 700 cpc con la quale il giudice di prime cure aveva ordinato
"a Google di provvedere alla rimozione dal proprio software suggest/Autocomplete dell'associazione tra il nome del ricorrente e le parole "truffa" e "truffatore", fissando una somma per ogni giorno di ritardo nell'ottemperanza all'ordine così impartito".
Sugli aspetti prettamente girudici dell'ordinanza rimando all'
ottimo commento dell'amico Francesco Paolo Micozzi, le cui argomentazioni, come al solito, sono a mio avviso ampiamente condivisibili.
La cosa che ho trovato più curiosa dell'intera vicenda è che la stessa Google, nel presentare il servizio "suggest", dichiara di intervenire ex post per rimuovere degli abbinamenti "sgradevoli": esattamente quello che chiedeva il ricorrente.
Perchè in giudizio Google si sia battuta per sostenere una tesi diversa è un mistero che solo le gelide aule dei tribunali e le esigenze difensive possono spiegare.
Dalle FAQ su Google Suggest
Le query di ricerca visualizzate nella funzione di completamento automatico rispecchiano l'attività di ricerca di tutti gli utenti del Web. Proprio come il Web, le query di ricerca visualizzate potrebbero comprendere termini o espressioni ridicoli, strani o inaspettati. Tentiamo sempre di rispecchiare in modo imparziale e obiettivo la diversità dei contenuti presenti sul Web (alcuni sono validi, altri sgradevoli), ma applichiamo alcune norme di rimozione per i contenuti pornografici, di violenza, di incitamento all'odio e per i termini utilizzati di frequente allo scopo di trovare contenuti che violano il copyright.
Se per una parola o un argomento specifico non vengono visualizzate ricerche previste, il motivo potrebbe essere uno di quelli spiegati di seguito.
- Il termine di ricerca non è sufficientemente popolare. Le query non popolari potrebbero non essere così utili nella funzione di completamento automatico. Una soglia algoritmica minima relativa alla popolarità ci consente di bloccare lo spam e di aumentare la probabilità che le query di ricerca visualizzate siano pertinenti alla ricerca effettuata. Apportiamo inoltre delle modifiche appropriate a livello locale alla funzione di completamento automatico, pertanto le query previste visualizzate su Google Australia (google.com.au) o Google Francia (google.fr) potrebbero essere diverse da quelle visualizzate su Google.it.
- Il termine di ricerca è troppo recente. La visualizzazione costante nella funzione di completamento automatico dei termini di ricerca appena diventati popolari potrebbe richiedere del tempo. In genere è possibile scoprire nuove query entro un'ora, ma a volte potrebbero essere necessari alcuni giorni o settimane per iniziare a mostrare nella funzione di completamento automatico delle query di ricerca diventate popolari di recente.
- Il termine di ricerca vìola le norme della funzione di completamento automatico. Cerchiamo di fornirti query di ricerca pertinenti, ma escludiamo un gruppo limitato di query di ricerca relative a contenuti pornografici, di violenza, di incitamento all'odio e relative alla violazione del copyright.
- Il termine di ricerca è stato erroneamente considerato un termine che vìola le norme. La procedura di controllo del rispetto delle norme di Google non è né perfetta né immediata. A volte il sistema tenta di escludere una query in una lingua che invece sarebbe perfetta in un'altra lingua. Ad esempio, potremmo escludere involontariamente una parola composta perché comprende la traduzione di una parola inappropriata di un'altra lingua."
Etichette: automatico, completamento, google, milano, ordinanza, suggest, tribunale
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