Nuove regole tecniche per la firma digitale e l'ennesimo paradosso di un legislatore frenetico
Il 6 giugno u.s. è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 129 del 6 giugno 2009) il D.P.C.M. 30 marzo 2009 recante "nuove regole tecniche in materia di generazione, apposizione e verifica delle firme digitali e validazione dei documenti informatici".Il Decreto in questione va a sostituire la vecchia regolamentazione tecnica datata 13 gennaio 2004.
Era ora, verrebbe da dire. Eppure, come per il Decreto sulla PEC di Stato, anche questo provvedimento potrebbe essere nato già "vecchio".
L'articolo 53 del D.P.C.M., al primo comma, afferma "Il presente Decreto entra in vigore decorsi centottanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana". Le nuove regole, dunque, entreranno in vigore il 6 dicembre 2009.
Peccato che la legge recante "Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile", approvata in via definitiva dal Senato il 26 maggio 2009 e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, all'articolo 33 deleghi il Governo, tra le altre cose, proprio a "modificare la normativa in materia di firma digitale al fine di semplificarne l'adozione e l'uso da parte della pubblica amministrazione, dei cittadini e delle imprese, garantendo livelli di sicurezza non inferiori agli attuali".
La domanda sorge spontanea: quando il Governo modificherà la normativa primaria in materia di firma digitale, queste "nuove" regole tecniche (in quel momento appena entrate in vigore o in procinto di entrarvi) risulteranno già vecchie?
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