venerdì, giugno 05, 2009

Vecchi e nuovi intermediari: abolito di fatto il monopolio ex lege della SIAE?

L'on. Marco Beltrandi (PD), facente parte della pattuglia radicale nelle liste del PD, ha presentato alla Camera, il 29 aprile 2008, un progetto di legge recante "Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, per l'apertura del mercato dell'intermediazione dei diritti d'autore e dei diritti connessi".

Un'ottima proposta finalizzata ad aprire alla concorrenza il mercato dell'intermediazione dei diritti d'autore nel quale oggi vige un regime di monopolio ex lege riconosciuto alla SIAE dall'articolo 180 l.d.a. che, nei primi due commi, così recita: "L'attività di intermediario, comunque attuata, sotto ogni forma diretta o indiretta di intervento, mediazione, mandato, rappresentanza ed anche di cessione per l'esercizio dei diritti di rappresentazione, di esecuzione, di recitazione, di radiodiffusione ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite e di riproduzione meccanica e cinematografica di opere tutelate, è riservata in via esclusiva alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE). Tale attività è esercitata per effettuare:
1) la concessione, per conto e nell'interesse degli aventi diritto, di licenze e autorizzazioni per l'utilizzazione economica di opere tutelate;
2) la percezione dei proventi derivanti da dette licenze ed autorizzazioni;
3) la ripartizione dei proventi medesimi tra gli aventi diritto."

Oggi, però, leggendo Punto Informatico, ho scoperto che la proposta di Beltrandi è già divenuta legge (senza bisogno delle lungaggini parlamentari!) e che il monopolio SIAE di fatto non esiste, perchè ci sono realtà commerciali che intermediano i diritti di cui sopra, raccolgono i relativi proventi, li ripartiscono e si fanno pagare per il servizio.

Naturlamente è la scoperta dell'acqua calda per chi segue il mondo della musica, ma è lo stesso significativo il fatto che nell'articolo, a firma della sempre ottima Gaia Bottà e in cui rilasciano dichiarazioni colleghe e colleghi stimatissimi, si parli più volte e con disinvoltura di intermediazione dei diritti senza che nessuno senta un "prurito fastidioso", un senso di colpa latente, come quando lasci la macchina messa male... ma si che tanto lo fanno tutti... pure i vigili, certo che però...

Insomma da liberale (e qui Beltrandi, se dovesse leggere questo blog, credo mi capirà) mi sento a disagio di fronte al far west italiano (per usare le parole sentite ieri in Anno Zero a proposito del trasporto su gomma) in cui le leggi cattive non si cambiano nè si abrogano, semplicemente si disattendono.

Con buona pace dello Stato di diritto.

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2 Commenti:

Alle 7:07 PM , Anonymous deborah de angelis ha detto...

Caro Marco,

leggo con piacere che ti interessi sempre dei nostri progetti.

E' davvero importante avere scambi di opinione su questioni così innovative.

Brevemente rispondo al tuo quesito: la libertà di intermediazione nella negoziazione dei diritti connessi è sempre stata libera ed è quello di cui si occupa, nel concreto, BeatPick che altro non è che una net label.

Leggendo l'articolo di Gaia mi sembra che traspiri questa sottile ma pregnante differenza.

La proposta Beltrandi è, quindi, oltremodo attuale e non superata dalla "prassi" in quanto attinente alla intermediazione nella gestione dei diritti d'autore.

Resto a tua disposizione per ogni ulteriore chiarimento ti fosse utile.

Un caro saluto,

Deborah

 
Alle 8:38 PM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Ciao Deborah,

leggendo il tuo commento la prima cosa che mi è venuta in mente sono state le bellissime pagine di "Studio Illegale" quando Duchesne descrive come gli avvocati tendono a mandarsi a quel paese sempre premettendo "Sai la stima che ho nei tuoi confronti", "Apprezzo tantissimo il tuo lavoro" :-)

Venendo al punto... siamo su un blog e non ti rispondo con formalità inutili.


Nell'articolo non si parla di diritti connessi (o lo si fa marginalmente e, comunque, senza intaccare minimamente quello che ho scritto), lo sai benissimo, la sa chiunque l'abbia letto.

Peraltro se così fosse, staresti implicitamente affermando che allorquando si trattasse di diritti d'autore allora avrei ragione io e quella attività sarebbe illegittima... e tu non lo stai affermando pubblicamente vero?

 

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