Ancora sui libri di testo online: sta per iniziare l'era dell'accesso
Una settimana fa, parlando dell'articolo 15 D.L. 112/2008, sui libri di testo scolastici in formato elettronico esprimevo alcune preoccupazioni sulle modalità operative con le quali la norma avrebbe potuto ricevere attuazione concludendo: "Nel caso dei libri di testo la proprietà è indispensabile, il semplice accesso non basta".
Purtroppo, i miei timori sembrano aver trovato riscontro in un emendamento proposto dal Governo in sede di conversione del Decreto e che presto sarà votato dall'aula.
ART. 15.
All'articolo 15, comma 2, dopo le parole: on line, la parola: scaricabile è sostituita dalla seguente: accessibile. 15. 16.Il Governo.
Posto che in questo caso il termine non è utilizzato con riferimento alla normativa a tutela dei soggetti disabili (resta, infatti, immutato il periodo successivo che così recita: "Sono fatte salve le disposizioni relative all'adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili") il cambiamento di terminologia desta preoccupazione.
Secondo la proposta governativa, a partire dall'anno scolastico 2011-2012, ai libri di testo di potrà solo "accedere": dunque, si pagherà (magari un pò meno) per la mera consultazione del testo e l'anno dopo, se si vorrà consultare lo stesso testo, si pagherà di nuovo.
Spero solo siano scenari che a nessuno venga in mente di realizzare.
Etichette: decreto legge 112, diritto d'autore, e-book, libri di testo
3 Commenti:
Ciao
ho seguito i tuoi post sull'argomento e non sono d'accordo con te sulla questione della proprietà degli ebook - parliamo di scolastica.
Oltre a quello che propone il governo bisogna tenere d'occhio quello che fanno gli editori. La maggioranza non fa assolutamente nulla, ovviamente :)
ma ci sono pochi piccoli editori che discutono e propongono.
La questione della proprietà, insieme a quella strettamente legata dei DRM, è stata discussa al bookcamp di Rimini. Ci sono altre strade per non vendere la proprietà pur rilasciando il file (per sempre, non solo per un anno...) e senza proteggere il file con costrizioni che lo renderebbero poco accessibile. Noi (BBN editore) rilasciamo i testi con licenza d'uso, ma forniamo un CD senza limitazioni di stampa, copia, fotocopia ecc. Ti pare poco? Ti invito a leggere il post che ho scritto sull'argomento sul blog della casa editrice: http://blog.bibienne.com/?p=25
e, se vuoi approfondire puoi scariscarti il Manifesto dell'editore del XXI secolo di Sara Lloyd, gentilmente tradotto da Antonio Tombolini (Simplicissimus) e stampato da Guaraldi - scaricabile liberamente qui: http://antoniotombolini.simplicissimus.it/2008/06/un-regalo-a-scrittori-lettori-e-soprattutto-editori.html
Ciao Noa,
grazie per il contributo alla discussione ;-)
Le mie preoccupazioni si incentrano non tanto su modelli come quelli da te illustrati, quanto su possibili distorsioni a cui una norma del genere (e l'emendamento che cambia una sola parola, ma decisiva, qualche sospetto lo fa nascere) potrebbe prestarsi, lasciando intravdere sceneri da "era dell'accesso" in cui si paghi a consultazione e a tempo.
Sarebbe il modo più sbagliato di sfruttare le potenzialità offerte dalla digitalizzazione delle opere dell'ingegno.
Per quanto attiene poi ai libri di testo, in tutta sincerità, credo che la norma in questione sia prematura, rappresentando la carta ancora la tecnologia migliore.
Ok, e qui siamo d'accordo :D
Le limitazioni che vengono caldeggiate dalla maggioranza degli editori rischiano sia di creare distorsioni legislative, sia di limitare le potenzialità del mezzo.
E anche sul fatto che la norma sia prematura devo, obtorto collo, ammettere che puoi avere ragione.
Nel frattempo, però, bisogna lavorare per far sì che la sperimentazione di questo tipo di testi si orienti su buone pratiche, trovando metodi alternativi per proteggere il diritto d'autore che non siano l'arrogante criptatura degli stessi (o DRM vari...).
Per far questo si può agire su vari fronti: lavorare e diffondere licenze appositamente studiate, utilizzare quando possibile la Creative Common, educare al fatto che vanno rispettati di diritti di tutti... non solo i propri.
Questa è la strada (un po' idealista e un po' visionaria, lo so) che noi stiamo seguendo con orgoglio.
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