venerdì, settembre 09, 2011

Altri 20 anni di diritti connessi?

Pare che le lobby dell'intrattenimento l'abbiamo spuntata di nuovo, ottenendo un innalzamento da 50 a 70 anni delle durata dei diritti connessi.

Stando alle indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, il Coreper, organo del Consiglio dell'Unione Europea, ha dato il via libera al testo della direttiva sull'estensione dei diritti connessi che, a questo punto, aspetta solo il voto finale del Consiglio.

Nessun nuovo passaggio al Parlamento europeo.

Si tratta di un'estensione priva di senso, a vantaggio di pochi e a scapito di molti.

Tristemente inascoltate sono rimaste, tra le altre, le parole contenute nel rapporto Gowers del dicembre 2006, commissionato da un Gordon Brown.

Nel rapporto si poteva leggere: "Evidence suggests that most sound recordings sell in the ten years after the release, and only a very small percentage continue to generate income, both from sales and royalties payments, for the entire duration of copyright do not sell for 50 years".

Basandosi sulla circostanza che un termine di durata più lungo per i diritti connessi avrebbe avvantaggiato pochi e danneggiato la collettività, Gowers raccomandava di evitare di estendere la durata dei diritti connessi.

Come riferisce William Patry nel libro "Moral panics and the copyright wars" (pag. 119), in un primo momento Gordon Brown accettò il suggerimento, salvo cambiare posizione una volta divenuto primo ministro.

Così come inascoltate sono rimaste le parole contenute in un altro rapporto del 2010, questa volta commissionato da David Cameron, "Digital Opportunity" ("We urge Government to ensure that in future, policy on Intellectual Property issues is constructed on the basis of evidence, rather than weight of lobbying").

A pagare saranno sempre gli utenti della rete e i consumatori.



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