venerdì, marzo 06, 2009

La FIMI audita dal Comitato Antipirateria: chi fermerà la musica?

Ieri la FIMI è stata audita dal Comitato Antipirateria.

Molti gli spunt su cui riflettere: andiamo per ordine (alfabetico)

Bollino SIAE: "Affidarsi ancora al contrassegno SIAE sarebbe come combattere le guerre spaziali con il triplano del barone rosso. Utile nella prima guerra contro la pirateria, ma ormai arma spuntata e superata nell’era di clone war. Ripristinarlo sarebbe soltanto controproducente per l’industria e senza efficacia contro il fenomeno". Questa la posizione espressa dalla FIMI. Totalmente d'accordo. Chissà se la SIAE provvederà a diffidarla nuovamente.

Capro espiatorio (Danni): "La stima del danno causato dal p2p in Italia è di 300 milioni di euro l’anno". Nessuno è mai riuscito ad ottenere risposta sulla provenienza di questo dato e sulle modalità di calcolo. Mi auguro che non si consideri seriamente attendibile l'equivalenza file scaricato / acquisto mancato. Del resto che non ci sia questa equivalenza lo dice, indirettamente, anche la FIMI, nei dati della sua presentazione al Comitato: citando una ricerca della Fondazione Einaudi, si fa presente come il 62% di coloro che hanno scaricato illegalmente non ha registrato alcuna variazione nella propria propensione al consumo dei prodotti scaricati. In realtà è tutto il fenomeno del p2p che andrebbe fortemente ridimensionato. Se si prendono i dati del rapporto Istat 2008 "Cittadini e Nuove Tecnologie", ci si rende conto come il fenonemo del p2p, nel nostro paese, sia estremamente limitato, grosso modo il 10% di coloro che hanno una connessione (lo stesso rapporto indica che a connettersi ad Internet sia il 40,2% della popolazione dai sei anni in su). Praticamente si tratta del 4% della popolazione.

DRM: sempre dal sito della FIMI "Secondo Mazza la miglior risposta alla diffusa illegalità su Internet è data da un bilanciamento tra una più attenta applicazione delle norme - che quando attuate hanno portato risultati - e una forte spinta sull'offerta legale che consente ai consumatori di accedere a sempre maggiori contenuti leciti, a basso costo e senza DRM". Come cambiano i tempi! Fino a qualche anno fa chi sosteneva che i lucchetti digitali erano un enorme danno per il mercato, che non combattevano la pirateria vera, ma umiliavano solo il consumatore costretto a comprare una fregatura (che rivelandosi, poi, tale lo induceva a non acquistare più) veniva guardato con una certa compassione, incapace com'era di comprendere il "nuovo che avanza". Ora la musica con drm non la vuole più nessuno: se ne sono accorti proprio tutti. Per fortuna.

Sanzioni e Soluzioni: come c'era da aspettarsi, la FIMI abbraccia il modello Sarkozy. Disconnessione dalla rete per violazione del diritto d'autore. Naturalmente ad essere disconnesso è il titolare dell'abbonamento, non necessariamente l'autore della violazione. Ma si sa, questi sono dettagli da garantisti... e quando hai a che fare con i "terroristi" della rete non si può andare troppo per il sottile. Scompare anche l'idea del Three Strikes... a favore di un più concreto DASPO online, con provvedimento del Questore. Il DASPO, per chi non lo sapesse, è il divieto di accedere alle manifestazioni sportive emesso nei confronti di soggetti considerati pericolosi... non faccio ulteriori considerazioni... stasera, però, quando incontrerete vostro figlio sappiate che, con tutta probabilità, vi trovate di fronte ad una persona pericolosa.

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