Privacy: tra abusi e garanzie
Sul Sole 24 Ore di Lunedì è stato pubblicato un articolo molto interessante a firma del Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich dal titolo “Una rete infinita tra abusi e garanzie”. Argomento: la privacy.
C’era una volta il Grande Fratello di George Orwell, dove il GF era l’autorità pubblica interessata a schedare tutti i cittadini utilizzando le tecnologie informatiche. Bene, dice il professore, sono state inizialmente messe in campo leggi per proteggere il cittadino dall’invadenza dello Stato, senza rendersi conto che progressivamente lo scenario mutava e con esso il soggetto deputato alla raccolta dei dati. Non uno Stato invadente, ma milioni di imprese private, non un Big Brother ma un Big Business.
Seconda osservazione: è diventato quasi impossibile sottrarsi alla raccolta di dati che ci riguardano, se non adottando condotte a-sociali. Anche in questo caso, l’osservazione coglie nel segno. Ed anzi sottace un fenomeno assai interessante come quello dei siti di social networking (Facebook et similia) dove ci si compiace dell’agire in una sorta di acquario in cui tutti siano in grado di vedere tutto. Fa parte del gioco, lo rende divertente.
Terza osservazione: la privacy viene sempre più usata come merce di scambio per la sicurezza. Sostiene il professore: “la raccolta di dati da parte sia dello Stato che dei privati (spesso questi ultimi fungono attività ausiliare del primo) viene vista come uno strumento importante per la tutela della propria incolumità”.
Questo è l’aspetto che trovo di maggiore interesse perché si collega alla manifestazione prevista per il prossimo 11 ottobre “Libertà, non paura” che a questo ricatto (meno privacy se si vuole più sicurezza) cerca di sottrarsi.
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