The Adelphi Charter
La Carta di Adelphi sulla creatività, l’innovazione e la proprietà intellettuale è il risultato del lavoro di una commissione internazionale di esperti, tra cui il Prof. Lawrence Lessig, volta a fissare nuovi principi in tema di copyright e brevetti cui i vari Governi sono chiamati ad uniformarsi
La Carta Adelphi propone un nuovo approccio ai diritti di proprietà intellettuale, con una modalità di gestione degli stessi che sia in grado di contemperare gli interessi della collettività ad una fruizione ampia e libera delle conoscenza con il diritto degli autori ad un riconoscimento economico della loro attività.
Il testo originale è disponibile al seguente indirizzo internet: www.adelphicharter.org
Buona Lettura.
La carta di Adelphi sulla creatività, l'innovazione e la proprietà intellettuale
(Traduzione non ufficiale a cura di Marco Scialdone)
La capacità umana di generare nuove idee e conoscenze rappresenta la sua più straordinaria qualità. Essa costituisce la fonte dell'arte, della scienza, dell'innovazione e dello sviluppo economico. Senza di essa, gli individui e le società sono destinate alla stagnazione.
Questa immaginazione creativa richiede l'accesso alle idee, al sapere, alla cultura degli altri, tanto a quella passata quanto a quella presente.
Sono gli stessi diritti umani a chiederci di assicurare che ciascuno possa creare, avere accesso, usare e condividere l'informazione e la conoscenza, permettendo così agli individui, alle comunità e alle società di mettere a frutto il loro pieno potenziale.
La creatività e gli investimenti che essa comporta dovrebbero essere riconosciuti e ricompensati. L'obiettivo delle leggi in materia di proprietà intellettuale (tanto con riferimento al diritto d'autore che ai rimedi tipici della proprietà industriale) dovrebbero esistere, ora come nel passato, per assicurare sia la condivisione della conoscenza che la giusta ricompensa per le innovazioni.
Negli ultimi trent'anni i mutamenti della normativa hanno determinato un regime della proprietà intellettuale che è radicalmente lontano dalle attuali tendenze tecnologiche, economiche e sociali. Questo minaccia la catena della creatività e dell'innovazione dalla quale noi e le future generazioni dipendiamo.
Rivolgiamo un appello ai Governi e alla comunità internazionale affinchè adottino i seguenti principi:
1. le leggi che regolano la proprietà intellettuale devono servire quali mezzi per conseguire fini creativi, sociali ed economici e non essere loro stesse il fine.
2. Queste leggi e questi regolamenti devono servire, e mai impedire, l'umana pretesa alla salute, all'educazione, al lavoro e alla cultura.
3. Il pubblico interesse richiede un bilanciamento tra il pubblico dominio e il regime di privativa. Esso richiede, inoltre, un bilanciamento tra una libera competizione che è essenziale per la vitalità dell'economia e il regime di monopolio garantito dalle leggi in materia di proprietà intellettuale.
4. La protezione della proprietà intellettuale non deve essere estesa a fatti, idee o dati astratti.
5. La brevettabilità non deve essere estesa ai metodi matematici, alle teorie scientifiche, ai programmi per elaboratore, ai metodi di insegnamento, ai processi produttivi, ai metodi di diagnosi , terapia e chirurgia.
6. I diritti d'autore ed i brevetti devo avere un'estensione temporale limitata e la loro durata non deve oltrepassare quella che sia proporzionata e necessaria.
7. Il Governo deve facilitare un ampio ventaglio di politiche per stimolare l'accesso alle informazioni e l'innovazione, inclusi modelli non proprietari quali il software open source e un accesso aperto alla letteratura scientifica.
8. Le leggi sulla proprietà intellettuale devono tenere conto delle specifiche realtà sociali ed economiche dei singoli paesi.
9. Nel prendere decisioni inerenti le leggi sulla proprietà intellettuale, i Governi dovrebbero seguire queste regole:
· deve sussistere una presunzione contraria che impedisca la creazione di nuove aree di protezione della proprietà intellettuale, attraverso l'estensione dei privilegi esistenti o attraverso l'estensione temporale dei diritti.
· L'onere della prova in simili casi deve essere a carico di chi propone il superamento della presunzione.
· La modifica normativa deve essere permessa soltanto se, in seguito ad una rigorosa analisi, si dimostri chiaramente che essa promuoverà i diritti dei singoli ed il benessere collettivo.
· In ogni caso, dovrebbe esserci un'ampia consultazione popolare e un'oggettiva e trasparente valutazione dei pubblici benefici e svantaggi.
Chiediamo, pertanto, a tutti i Governi e alla comunità internazionale di adottare questi principi.
2 Commenti:
sono mesi ormai che si attendono sue nuove interessanti.ma che fine ha fatto?possibile che non ci siano notizie o sue considerazioni valevoli sul sistema legislativo?
"Sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale del 3 gennaio 2006 le autorizzazioni generali che, unitamente al consenso dell'interessato, legittimano al trattamento di dati sensibili e giudiziari senza l'obbligo di chiedere preventivamente e singolarmente l'autorizzazione all'Autorità garante.
I provvedimenti riguardano i rapporti di lavoro, i dati sulla salute e la vita sessuale, le associazioni e fondazioni, i liberi professionisti, le attività creditizie e quelle assicurative, i sondaggi, l'elaborazione dati da parte di altre attività private, gli investigatori privati e i dati di carattere giudiziario.
Le nuove autorizzazioni sono efficaci dal 1° gennaio 2006 sino al 30 giugno 2007.
Sono interessate al rinnovo delle autorizzazioni molte categorie di titolari di trattamento"
In funzione di quanto riportato sopra, pensi si possa parlare ancora di privacy?
io penso che come al solito valga il detto "fatta la legge nasce l'inganno".
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