venerdì, dicembre 30, 2011

Decreto Pisanu, l'addio definitivo?

E' stata un telenovela appassionante durata tre anni, ma ora è giunta al termine.

Come i più affezionati lettori di questo blog ricorderanno, ogni anno (tra Natale e Capodanno) arrivava puntuale la proroga delle disposizioni del c.d. Decreto Pisanu relative agli internet-point.

Dal 2005, infatti, per aprire un internet point nel nostro stato bisogna richiedere la licenza al questore. Una norma transitoria che sarebbe dovuta restare in vigore fino al 2008, ma si sa che, in Italia, una proroga non la si nega a nessuno.

E così anno dopo anno, il termine del 2008 è stato spostato al 2009, al 2010 e così via.

L'anno scorso il primo colpo di scena. Via le disposizioni relative all'identifcazione (tramite documento d'identità!) dei frequentatori di hotspot pubblici e limitazione della licenza soltanto per coloro che intendessero aprire un pubblico esercizio che avesse quale attività principale la messa a disposizione di terminali connessi ad Internet.

Ieri l'addio definitivo: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il grande classico di fine anno, il c.d. decreto milleproroghe (DECRETO-LEGGE 29 dicembre 2011, n. 216, in G.U. n. 302 del 29 dicembre 2011 - in vigore dal 29 dicembre 2011 - Proroga di termini previsti da disposizioni legislative).

Non mi pare ci sia traccia di proroghe ulteriori per l'articolo 7, D.L. 144/2005, convertito in legge 155/2005.

Dal primo gennaio 2012, si potrà aprire un internet point senza passare dal questore: un buon inizio.



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mercoledì, dicembre 28, 2011

Niente PEC per i dottori di ricerca?

Prima di Natale, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha pubblicato un interessante bando rivolto ai "giovani" (a 39 anni compiuti solo in Italia si viene considerati ancora giovani) dottori di ricerca per il conferimento di incarichi di collaborazione nel settore "new media / nuove tecnologie".

La cosa che salta subito all'occhio leggendolo è che le domande vanno presentate soltanto via email. Dunque, non solo niente cartaceo (sarebbe il minimo), ma neppure niente PEC, lo strumento che Brunetta aveva ed ha imposto a noi tutti per ogni comunicazione telematica "ufficiale" con la P.A.

Viene da chiedersi se si tratti di un caso o se, invece, sia il segnale di un cambiamento di rotta rispetto a quanto finora deciso dal precedente governo.

Sarebbe, del resto, in linea con la "migliore" tradizione di questo Paese se, dopo aver costretto milioni di cittadini a dotarsi di uno strumento, si dicesse "contrordine, compagni. Ci siamo sbagliati".

Staremo a vedere.

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domenica, dicembre 18, 2011

La Corte Costituzionale su Internet e Stampa

E' davvero molto interessante l'ordinanza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato "la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 11 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 (Disposizioni sulla stampa), «nella parte in cui esclude dalla responsabilità civile ivi prevista il proprietario ed editore del sito web, sul quale vengono diffusi giornali telematici», sollevata, in riferimento all’articolo 3, primo comma, della Costituzione".

A leggerla dal fondo si rischierebbe di esserne fuorviati perchè si potrebbe pensare che la Corte abbia ritenuto di avallare l'idea di un'ontologica diversità tra Internet e Stampa, anche di recente sottolineata dalla Corte di Cassazione.

In realtà così non è.

La manifesta inammissibilità discende soltanto dal fatto che "la questione di legittimità costituzionale sollevata dal rimettente non è rilevante nel giudizio principale".

Cosa dicono allora i Giudici delle leggi?

Lasciano intendere a mio avviso che il disposto dell’art. 11 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, recante «Disposizioni sulla stampa», ai sensi del quale "per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili, in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione e l’editore", è di dubbia la compatibilità "col principio di uguaglianza, sancito dall’art. 3 Cost., in quanto essa accorda una tutela ingiustificatamente più ampia alle persone offese da reati commessi col mezzo della carta stampata, rispetto a quelle che il medesimo reato abbiano subito col mezzo di un giornale telematico" (come sostenuto dal giudice del rinvio)

Tale disparità di trattamento non è giustificata, perché la diffusione della rete internet, avvenuta negli ultimi anni, consente ai giornali telematici una divulgazione potenzialmente analoga, se non superiore, a quella dei giornali stampati"

E allora perchè tale disposizione non è stata dichiarata incostituzionale? Semplicemente per una ragione processuale (" l’eventuale accoglimento della questione non potrebbe condurre ad una pronuncia di condanna al risarcimento del danno del presunto responsabile civile nel giudizio a quo, perché, come è stato già chiarito, «una sentenza di questa Corte non può avere l’effetto di rendere antigiuridico un comportamento che tale non era nel momento in cui è stato posto in essere»).

Insomma, a mio avviso, ogni norma che vada ad ancorare la responsabilità civile dell'editore ad un particolare procedimento di riproduzione e che, quindi, non tenga conto del progresso tecnologico (che consente di fare la stessa cosa, con procedimenti differenti) non dovrebbe essere compatibile con il principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della nostra Carta Costituzionale.

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giovedì, dicembre 15, 2011

Diritto d'autore: la responsabilità dell'ISP nella recente giurisprudenza di merito

Pubblico di seguito la presentazione utilizzata oggi nel corso del convegno organizzato dall'Associazione Nazionale Forense.

A questo link trovate invece un file .zip con le varie pronunce citate insieme ad altre che non hanno trovato posto nella presentazione.


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mercoledì, dicembre 14, 2011

Sei pronto a difendere il tuo diritto all'informazione? Campagna adesioni Agorà Digitale 2012










Sono state settimane intense quelle appena trascorse. Grazie all'impegno e alla passione di tanti amici ed amiche che hanno deciso di dedicare una parte del proprio tempo ad Agorà Digitale, da qualche ora è online la campagna di adesioni per il 2012.

La campagna è stata realizzata da Federico Ruberti di Ideas in the Making e vede come protagonisti due volti noti dello spettacolo e del giornalismo che hanno accettato, a titolo gratuito (ci tengo a sottolinearlo), di diventare testimonial dell'Associazione: il premio nobel, Dario Fo, e la giornalista di Servizio Pubblico, Giulia Innocenzi.

Il 2011 è stato un anno ricco di impegni e soddisfazioni: dalla mobilitazione contro il regolamento-censura Agcom sul diritto d’autore, alle battaglie per la trasparenza e i dati aperti, alla storica vittoria della prima class action per i diritti digitali dei cittadini.

Il 2012 ci aspetta con le nuove sfide: per vincerle abbiamo bisogno del vostro sostegno.

Se avete imparato ad apprezzare il diritto di informare ed informarsi tramite Internet, allora vi sembrerà cosa buona impegnarvi per difenderlo.

Sostenete Agorà Digitale.


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Segnalazioni: Convegno: libertà digitali, open source, open government & open data, Roma, 15 dicembre 2011

Settimana di convegni.

Domani parteciperò all'incontro organizzato dall'Associazione Nazionale Forense su "Libertà digitali, open source, open government & open data".

La mia relazione avrà per tema "Diritto d’autore online e libertà digitali: la responsabilità dell’Internet Service Provider alla luce della recente giurisprudenza di merito".

In particolare, proverò ad analizzare le sentenze gemelle RTI vs Yahoo e RTI vs IOL, e le ordinanze del Tribunale di Roma sui casi Yahoo e Rojadirecta.

In linea con il titolo del convegno, dopo l'evento pubblicherò sul blog la presentazione e un file con la raccolta dei provvedimenti citati (ed altri sullo stesso tema).

Se ci sarà tempo, non potrà mancare un riferimento ad Agcom, sempre nei miei pensieri :-)

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mercoledì, dicembre 07, 2011

Segnalazioni: Conferenza annuale Circolo dei Giuristi Telematici, Roma 12 dicembre 2011

Anche quest'anno avrò il piacere e l'onore di intervenire alla conferenza del Circolo dei Giuristi Telematici che avrà luogo nella prestigiosa cornice della Sala delle Colonne della Camera dei Deputati.

Parteciperò, insieme agli amici Fulvio Sarzana e Marco Pierani, ad una tavola rotonda sul tema "Agcom e diritti d'autore".

La conferenza è gratuita ma occorre registrarsi a questo indirizzo: http://conferenza-cgt2011.eventbrite.com/ (i posti disponibili rimasti sono davvero pochi).

Dove: Roma, sala delle colonne, via Poli 19
Quando: 12 dicembre 2011, ore 15-19

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Niente privacy per le persone giuridiche (salvo che non siano abbonate)

Il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 (in G.U. n. 284 del 6 dicembre 2011 - Suppl. Ord. n. 251 - in vigore dal 6 dicembre 2011), recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" (c.d Decreto "salva-Italia"), all'articolo 40 ha introdotto importanti novità in tema di trattamento dei dati personali delle persone giuridiche.

Segnatamente, il comma 2 dispone che:

"2. Per la riduzione degli oneri in materia di privacy, sono apportate le seguenti modifiche al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196: a) all'articolo 4, comma 1, alla lettera b), le parole "persona giuridica, ente od associazione" sono soppresse e le parole "identificati o identificabili" sono sostituite dalle parole "identificata o identificabile". b) All'articolo 4, comma 1, alla lettera i), le parole "la persona giuridica, l'ente o l'associazione" sono soppresse. c) Il comma 3-bis dell'articolo 5 è abrogato. d) Al comma 4, dell'articolo 9, l'ultimo periodo è soppresso. e) La lettera h) del comma i dell'articolo 43 è soppressa."

In buona sostanza, il trattamento dei "dati personali" delle persone giuridiche non è più regolato dal D.lgs 196/2003: come sintetizza in maniera brillante Daniele Minotti, "in poche parole, non esiste più il concetto di dato personale riferito a persone giuridiche, enti e associazioni. Dunque, quei dati che, sino ad oggi, erano tutelati, ora possono essere tranquillamente trattati senza che ne consegua alcunché".

Una reviviscenza si ha nel caso in cui le persone giuridiche in questione assumano la veste di "abbonati" di un servizio di comunicazione elettronica: in questo caso, anche in ragione di un prcecisi vincoli comunitari, la tutela resta.

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venerdì, dicembre 02, 2011

Mandateci la guardia svizzera! (su copyright e pirateria)

"Internet ha radicalmente cambiato il modo in cui consumiamo musica, film e giochi per computer. Non sembra, tuttavia, che ciò influisca negativamente sull'attività culturale. Inoltre, il quadro giuridico attuale consente di contrastare le utilizzazioni illecite di opere in maniera adeguata, rendendo infondato un intervento legislativo".

Ecco, ci risiamo. L'ennesimo comunicato del Partito Pirata.

Ah no, scusate, è un comunicato stampa del Consiglio Federale Elvetico.

Come si legge nel testo, "il Consiglio degli Stati del 19 marzo 2010 chiedeva al Consiglio federale di esaminare l'opportunità di adottare misure contro le violazioni del diritto d'autore. I produttori del settore si erano in precedenza lamentati di una contrazione delle entrate. Il Consiglio degli Stati ha voluto assicurarsi che questa evoluzione non fosse sintomo di una crisi imminente della scena culturale svizzera".

Di fronte ad una simile domanda il Consiglio Federale cosa ha fatto? Proprio quello che è stato chiesto da molte associazioni, tra cui Agorà Digitale, nel corso delle audizioni in AGCOM sullo schema di regolamento in materia di diritto d'autore online: ha commissionato uno studio indipendente.

Risultato? E' venuto fuori che "in Svizzera fino a un terzo delle persone sopra i 15 anni scarica gratuitamente musica, film e giochi. Pare inoltre che, nonostante il grande interesse dei media e le numerose campagne di sensibilizzazione, la maggioranza degli utenti di Internet continui a non distinguere le operazioni lecite e illecite". E però, "la quota percentuale di reddito disponibile destinato ai consumi in questo ambito resta costante. Tuttavia, si osserva uno spostamento nel modo in cui questa cifra viene impiegata. Il denaro risparmiato utilizzando le borse di scambio viene rispeso comunque nel settore dell’intrattenimento, ma invece di acquistare supporti audio e video, i consumatori investono la parte risparmiata in concerti, visite al cinema e prodotti di merchandising."

Conclusione? "Visto lo spostamento delineato, i timori che questi sviluppi possano influire negativamente sull'attività culturale nazionale sono infondati. Il Consiglio federale non ritiene pertanto necessario un intervento legislativo".

Insomma il messaggio è chiaro: se prima di deliberare, si decide di conoscere, si finisce per scoprire che non c'è alcun bisogno di deliberare.

In AGCOM saranno così coraggiosi e spavaldi da decidere di volere conoscere per (e prima di) deliberare?

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